Intento del contributo è quello di esplorare – anche con l’ausilio di testimonianze iconografiche (bozzetti, dipinti, fondali scenici) – l’uso dello spazio nell’autobiografia di Dario Fo, "Il paese dei mezaràt". Un’opera che rivela già dal titolo – il paese dei mezzi topi o pipistrelli – la funzione strategica dei luoghi nella costruzione del suo immaginario. A partire dalla dimora d’infanzia, sino alle numerose tappe del suo itinerario giovanile – Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore, fucina di «contastorie» e «frottolanti» in cui Fo apprende l’arte recitativa; la Milano di Via dei Fiori Chiari, centro della bohème artistica e teatrale, Parigi, culla delle avanguardie e luogo di libertà – gli spazi dell’autobiografia rivelano il loro valore formativo-fondativo della futura poetica dell’autore, che dal repertorio delle storie natie, imbevute delle atmosfere lacustri, ha desunto temi e stilemi del suo teatro di narrazione. Ecco allora che gli stessi luoghi, al centro del racconto autobiografico, si trasformano in ipotetici fondali, in immaginaria ribalta dove elaborare situazioni comiche o sperimentare tecniche interpretative. Ne deriva una costante combinazione di diegesi e mimesi, narrazione e teatralizzazione, quasi che l’autore abbozzi figure e situazioni sceniche, o dipinga affreschi di vita pieni di colore, nell’ottica della ricreazione inventiva del suo passato.

spalanca lavinia (2014). La vita in scena. La scena della vita. La funzione dei luoghi nell'autobiografia di Dario Fo. In La letteratura degli italiani 4. I letterati e la scena (pp. 1-7). Roma : Adi Editore.

La vita in scena. La scena della vita. La funzione dei luoghi nell'autobiografia di Dario Fo

spalanca lavinia
Writing – Original Draft Preparation
2014-01-01

Abstract

Intento del contributo è quello di esplorare – anche con l’ausilio di testimonianze iconografiche (bozzetti, dipinti, fondali scenici) – l’uso dello spazio nell’autobiografia di Dario Fo, "Il paese dei mezaràt". Un’opera che rivela già dal titolo – il paese dei mezzi topi o pipistrelli – la funzione strategica dei luoghi nella costruzione del suo immaginario. A partire dalla dimora d’infanzia, sino alle numerose tappe del suo itinerario giovanile – Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore, fucina di «contastorie» e «frottolanti» in cui Fo apprende l’arte recitativa; la Milano di Via dei Fiori Chiari, centro della bohème artistica e teatrale, Parigi, culla delle avanguardie e luogo di libertà – gli spazi dell’autobiografia rivelano il loro valore formativo-fondativo della futura poetica dell’autore, che dal repertorio delle storie natie, imbevute delle atmosfere lacustri, ha desunto temi e stilemi del suo teatro di narrazione. Ecco allora che gli stessi luoghi, al centro del racconto autobiografico, si trasformano in ipotetici fondali, in immaginaria ribalta dove elaborare situazioni comiche o sperimentare tecniche interpretative. Ne deriva una costante combinazione di diegesi e mimesi, narrazione e teatralizzazione, quasi che l’autore abbozzi figure e situazioni sceniche, o dipinga affreschi di vita pieni di colore, nell’ottica della ricreazione inventiva del suo passato.
2014
978-88-907905-2-2
spalanca lavinia (2014). La vita in scena. La scena della vita. La funzione dei luoghi nell'autobiografia di Dario Fo. In La letteratura degli italiani 4. I letterati e la scena (pp. 1-7). Roma : Adi Editore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/366513
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