Dall’ottocento ad oggi diverse scuole di pensiero hanno notevolmente influenzato, sia la configurazione spaziale e strutturale del museo, sia la concezione del percorso museale e degli allestimenti. E se in età moderna la visione tradizionale della progettazione museografica seguiva ancora i principi della classificazione e dell’esposizione ordinata, in base a processi cronologici o per aree disciplinari o per tematiche, al contempo si affermava anche un’altra corrente di pensiero che preferiva l’esposizione non codificata. La “moderna innovazione” suggeriva nuovi percorsi di lettura lasciando libero l’osservatore di programmarsi il percorso conoscitivo, delegando agli audiovisivi la guida ed il suggerimento per l’ordinata lettura. Oggi le correnti di pensiero maggiormente innovative riescono ad inventare forme addirittura spettacolari, per creare l’effetto a sorpresa, valutando che l’opera/il reperto/l’oggetto da esporre, a partire dal “contenitore museo“ abbia una sua autonomia spaziale. Pur essendovi un intento ordinatore, in questo scenario di innovazione progettuale, però non sempre tra didascalie, insegne ed indicazioni telematiche il percorso museale riesce ad essere recepito nell’immediatezza. Ciò è ancora più evidente nel museo archeologico, dove peraltro, data l’importanza delle nuove tecnologie digitali, per la ricostruzione e la contestualizzazione dei reperti archeologici, l’uso dei più avanzati strumenti multimediali è diventata una questione di forte interesse progettuale per architetti museografi ed exhibition designer. Tradizionalisti ed innovatori, si confrontano sul rapporto fra i reperti e la multimedialità ed ancora fra gli allestimenti ed il pubblico.
VITRANO, R.M. (2014). CONSERVAZIONE, INNOVAZIONE E COMUNICAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO NEGLI ALLESTIMENTI MUSEALI CONTEMPORANEI, [Altro].
CONSERVAZIONE, INNOVAZIONE E COMUNICAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO NEGLI ALLESTIMENTI MUSEALI CONTEMPORANEI,
VITRANO, Rosa Maria
2014-01-01
Abstract
Dall’ottocento ad oggi diverse scuole di pensiero hanno notevolmente influenzato, sia la configurazione spaziale e strutturale del museo, sia la concezione del percorso museale e degli allestimenti. E se in età moderna la visione tradizionale della progettazione museografica seguiva ancora i principi della classificazione e dell’esposizione ordinata, in base a processi cronologici o per aree disciplinari o per tematiche, al contempo si affermava anche un’altra corrente di pensiero che preferiva l’esposizione non codificata. La “moderna innovazione” suggeriva nuovi percorsi di lettura lasciando libero l’osservatore di programmarsi il percorso conoscitivo, delegando agli audiovisivi la guida ed il suggerimento per l’ordinata lettura. Oggi le correnti di pensiero maggiormente innovative riescono ad inventare forme addirittura spettacolari, per creare l’effetto a sorpresa, valutando che l’opera/il reperto/l’oggetto da esporre, a partire dal “contenitore museo“ abbia una sua autonomia spaziale. Pur essendovi un intento ordinatore, in questo scenario di innovazione progettuale, però non sempre tra didascalie, insegne ed indicazioni telematiche il percorso museale riesce ad essere recepito nell’immediatezza. Ciò è ancora più evidente nel museo archeologico, dove peraltro, data l’importanza delle nuove tecnologie digitali, per la ricostruzione e la contestualizzazione dei reperti archeologici, l’uso dei più avanzati strumenti multimediali è diventata una questione di forte interesse progettuale per architetti museografi ed exhibition designer. Tradizionalisti ed innovatori, si confrontano sul rapporto fra i reperti e la multimedialità ed ancora fra gli allestimenti ed il pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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