In una città che da più secoli viveva ai margini del set internazionale, era ghiotta l’occasione dell’Unità d’Italia per compiere quel salto che avrebbe permesso a Palermo di confrontarsi con le maggiori città del Regno. Insieme ai problemi sociali, economici e sanitari di una città priva dei servizi di base, i progetti utopici e “grandiosi” spingevano a realizzare quelle attrezzature in grado di proiettarla in un panorama più vasto. Tra queste emergevano i teatri: il Politeama per spettacoli diurni e popolari, ma ancora più il Massimo V. E. che avrebbe dovuto rappresentare un riferimento internazionale per l’attività lirica. Nonostante lo sfasamento di circa 30 anni tra la prima ideazione e l’ultimazione, il teatro non fu giudicato inadeguato rispetto alle “moderne” esigenze. Esso presenta aspetti costruttivi e tecnologici di rilevante interesse sia perché testimonia il massimo livello qualitativo dell'epoca, sia perché contiene soluzioni costruttive audaci ed originali, sia ancora per l'impulso che alla scienza, alla tecnica ed all'industria locali ha dato quest'opera, fucina di continue sperimentazioni.
Fatta, G. (2013). Un'architettura per la musica a Palermo. Il Teatro Massimo di Giovan Battista Filippo Basile. In A. Margagliotta, & L. Failla (a cura di), Composizione Musica Architettura (pp. 171-179). Melfi : Libria.
Data di pubblicazione: | 2013 |
Titolo: | Un'architettura per la musica a Palermo. Il Teatro Massimo di Giovan Battista Filippo Basile |
Autori: | |
Citazione: | Fatta, G. (2013). Un'architettura per la musica a Palermo. Il Teatro Massimo di Giovan Battista Filippo Basile. In A. Margagliotta, & L. Failla (a cura di), Composizione Musica Architettura (pp. 171-179). Melfi : Libria. |
Abstract: | In una città che da più secoli viveva ai margini del set internazionale, era ghiotta l’occasione dell’Unità d’Italia per compiere quel salto che avrebbe permesso a Palermo di confrontarsi con le maggiori città del Regno. Insieme ai problemi sociali, economici e sanitari di una città priva dei servizi di base, i progetti utopici e “grandiosi” spingevano a realizzare quelle attrezzature in grado di proiettarla in un panorama più vasto. Tra queste emergevano i teatri: il Politeama per spettacoli diurni e popolari, ma ancora più il Massimo V. E. che avrebbe dovuto rappresentare un riferimento internazionale per l’attività lirica. Nonostante lo sfasamento di circa 30 anni tra la prima ideazione e l’ultimazione, il teatro non fu giudicato inadeguato rispetto alle “moderne” esigenze. Esso presenta aspetti costruttivi e tecnologici di rilevante interesse sia perché testimonia il massimo livello qualitativo dell'epoca, sia perché contiene soluzioni costruttive audaci ed originali, sia ancora per l'impulso che alla scienza, alla tecnica ed all'industria locali ha dato quest'opera, fucina di continue sperimentazioni. |
Settore Scientifico Disciplinare: | Settore ICAR/10 - Architettura Tecnica |
Appare nelle tipologie: | 2.01 Capitolo o Saggio |
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File | Descrizione | Tipologia | Licenza | |
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