After a fifteen-year-long journey, with Italy's final ratification - last September 2020 - of the 'Faro Convention', a new scenario is opened to emphasize the value and potential of cultural heritage as a "right," recognizing individual and collective responsibility towards cultural heritage and stressing its importance in sustainable development processes and the promotion of cultural diversity and contemporary creativity. The Faro Convention promotes a more comprehensive view of cultural heritage and its relationship to communities, recognizing it as the set of resources inherited from the past, reflecting values and beliefs. The same Convention recognizes the "heritage community" as a group of people who value specific aspects of cultural heritage, and who wish, within the framework of public action, to sustain and transmit them to future generations. The definition of "heritage communities" refers to collective processes and forms of preservation, enhancement, and shared management of cultural heritage, both tangible and intangible, that outline a new perspective in which active participation, civic activism, and care reimagine the present of territories. Reference is made to "communities of practices" that move between the rediscovery of an identity of places and the construction of shared horizons that look at territories from a generative perspective. These are the ideas that this paper aims to question, in the analysis of processes and tools, in order to understand their potential in the context of territorial governance policies.

Dopo un percorso lungo quindici anni, con la ratifica in via definitiva da parte dell’Italia - lo scorso settembre 2020 - della ‘Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società’, meglio nota come ‘Convenzione di Faro’, si apre un nuovo scenario che rimarca il valore e il potenziale dell’eredità culturale come “diritto”, riconoscendo la responsabilità individuale e collettiva nei confronti del patrimonio culturale e sottolineandone l’importanza nei processi di sviluppo sostenibile e nella promozione della diversità culturale e della creatività contemporanea. Nello specifico la Convenzione di Faro promuove una visione più ampia del patrimonio culturale e del suo rapporto con le comunità, riconoscendolo come l’insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso dei valori e delle credenze. La stessa Convenzione riconosce la “comunità di eredità” quale insieme di persone che attribuiscono valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future (art.2). Con la definizione delle “comunità patrimoniali” si fa riferimento a processi collettivi e forme di salvaguardia, valorizzazione, gestione condivisa del patrimonio culturale, materiale e immateriale, che tratteggiano una nuova prospettiva in cui partecipazione attiva, attivismo civico e cura ridisegnano il presente dei territori. Si fa riferimento a “comunità di pratiche” che si muovono tra la riscoperta di un’identità dei luoghi e la costruzione di orizzonti condivisi che guardano ai territori in una prospettiva generativa. Sono questi i concetti che il presente contributo intende interrogare – nell’analisi di processi e strumenti – per coglierne le potenzialità nel contesto delle politiche di governo del territorio.

Crobe, S., Schilleci, F. (2024). La Convenzione di Faro come diritto al patrimonio culturale : comunità di pratiche e cura: prospettive per il ridisegno dei territori. In A.M. Colavitti, Schilleci F (a cura di), Paesaggio e patrimonio culturale tra conservazione e valorizzazione, Atti della XXV Conferenza Nazionale SIU “Transizioni, giustizia spaziale e progetto di territorio”, Cagliari, 15-16 giugno 2023 (pp. 71-74). Roma Milano : Planum publisher e Società Italiana degli Urbanisti.

La Convenzione di Faro come diritto al patrimonio culturale : comunità di pratiche e cura: prospettive per il ridisegno dei territori

Crobe, Stefania
;
Schilleci, Filippo
2024-01-01

Abstract

After a fifteen-year-long journey, with Italy's final ratification - last September 2020 - of the 'Faro Convention', a new scenario is opened to emphasize the value and potential of cultural heritage as a "right," recognizing individual and collective responsibility towards cultural heritage and stressing its importance in sustainable development processes and the promotion of cultural diversity and contemporary creativity. The Faro Convention promotes a more comprehensive view of cultural heritage and its relationship to communities, recognizing it as the set of resources inherited from the past, reflecting values and beliefs. The same Convention recognizes the "heritage community" as a group of people who value specific aspects of cultural heritage, and who wish, within the framework of public action, to sustain and transmit them to future generations. The definition of "heritage communities" refers to collective processes and forms of preservation, enhancement, and shared management of cultural heritage, both tangible and intangible, that outline a new perspective in which active participation, civic activism, and care reimagine the present of territories. Reference is made to "communities of practices" that move between the rediscovery of an identity of places and the construction of shared horizons that look at territories from a generative perspective. These are the ideas that this paper aims to question, in the analysis of processes and tools, in order to understand their potential in the context of territorial governance policies.
2024
Settore ICAR/21 - Urbanistica
9788899237592
Crobe, S., Schilleci, F. (2024). La Convenzione di Faro come diritto al patrimonio culturale : comunità di pratiche e cura: prospettive per il ridisegno dei territori. In A.M. Colavitti, Schilleci F (a cura di), Paesaggio e patrimonio culturale tra conservazione e valorizzazione, Atti della XXV Conferenza Nazionale SIU “Transizioni, giustizia spaziale e progetto di territorio”, Cagliari, 15-16 giugno 2023 (pp. 71-74). Roma Milano : Planum publisher e Società Italiana degli Urbanisti.
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