Negli ultimi anni, il tema dei beni confiscati sta diventando un punto centrale e pregnante nell'interesse della comunità, soprattutto alla luce degli interventi legislativi che hanno definito gli aspetti peculiari di questa materia. Tali beni costituiscono, ormai, una quota notevole dell'economia italiana e del sistema produttivo del Paese. In tale contesto, l'impresa sociale ha un ruolo determinante nella fase di destinazione, in quanto, mediante il suo assetto di governance flessibile, consente di riutilizzare per fini sociali i beni confiscati, ridistribuendoli alla comunità e incrementando così la creazione di capitale sociale. Il riutilizzo dei beni, e quindi, la restituzione alla collettività risulta l'unica strada efficace e percorribile nell'ottica della riallocazione del capitale sociale. Tale strategia va però incontro a forti limiti normativi in tema di destinazione e ad un lento processo burocratico. L'intento dello studio condotto è quello di rappresentare una mappatura del patrimonio confiscato in Italia, aggiornata al 2013, sulla base dei dati pubblicati dall'ANBSC e dal Ministero Della Giustizia, evidenziando il ruolo che assume l’impresa sociale nel contesto dei beni confiscati. In secondo luogo l'obiettivo sarà quello di mettere in luce i forti limiti della normativa sui beni confiscati in tema di destinazione alle imprese sociali. Lo studio oltre a rappresentare una panoramica aggiornata dei beni confiscati in Italia, si propone l'obiettivo di evidenziare i limiti normativi e burocratici che impediscono una significativa crescita del capitale sociale
Salvatore Lo Bue, Giacomo Morabito, Vittorio D’Aleo, Vesperi W (2015). LE IMPRESE SOCIALI E I BENI CONFISCATI: IL PANORAMA ATTUALE IN ITALIA. In Colloquio scientifico sull’impresa sociale (pp. 1-12). Reggio Calabria : Dipartimento PAU (Patrimonio, Architettura, Urbanistica) Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.
LE IMPRESE SOCIALI E I BENI CONFISCATI: IL PANORAMA ATTUALE IN ITALIA
Vesperi W
2015-01-01
Abstract
Negli ultimi anni, il tema dei beni confiscati sta diventando un punto centrale e pregnante nell'interesse della comunità, soprattutto alla luce degli interventi legislativi che hanno definito gli aspetti peculiari di questa materia. Tali beni costituiscono, ormai, una quota notevole dell'economia italiana e del sistema produttivo del Paese. In tale contesto, l'impresa sociale ha un ruolo determinante nella fase di destinazione, in quanto, mediante il suo assetto di governance flessibile, consente di riutilizzare per fini sociali i beni confiscati, ridistribuendoli alla comunità e incrementando così la creazione di capitale sociale. Il riutilizzo dei beni, e quindi, la restituzione alla collettività risulta l'unica strada efficace e percorribile nell'ottica della riallocazione del capitale sociale. Tale strategia va però incontro a forti limiti normativi in tema di destinazione e ad un lento processo burocratico. L'intento dello studio condotto è quello di rappresentare una mappatura del patrimonio confiscato in Italia, aggiornata al 2013, sulla base dei dati pubblicati dall'ANBSC e dal Ministero Della Giustizia, evidenziando il ruolo che assume l’impresa sociale nel contesto dei beni confiscati. In secondo luogo l'obiettivo sarà quello di mettere in luce i forti limiti della normativa sui beni confiscati in tema di destinazione alle imprese sociali. Lo studio oltre a rappresentare una panoramica aggiornata dei beni confiscati in Italia, si propone l'obiettivo di evidenziare i limiti normativi e burocratici che impediscono una significativa crescita del capitale socialeFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
colloquio15-lobue-morabito-daleo-vesperi.pdf
accesso aperto
Descrizione: Articolo principale
Tipologia:
Versione Editoriale
Dimensione
202.02 kB
Formato
Adobe PDF
|
202.02 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.