Negli ultimi tre decenni la cultura ha avuto un ruolo chiave nella costruzione delle politiche urbane, divenendo uno strumento decisivo nella definizione delle strategie di sviluppo economico e nell’accesso alla competizione globale che caratterizzano l’attuale regime di neoliberismo urbano (Miles e Paddison 2005). Anche nel sud Europa la cosiddetta rigenerazione a base culturale ha rappresentato e continua ancora oggi a rappresentare una vera e propria ortodossia urbana, che trova nel turismo tanto una ragione di esistenza quanto un campo di attuazione. In particolare, negli ultimi anni i centri storici di molte città sudeuropee sono stati oggetto di trasformazioni profonde in cui pratiche artistico-culturali e flussi turistici sono stati protagonisti, convertendo interi quartieri in enclave dove processi di touristification alle volte associati a processi di gentrification ne hanno stravolto la composizione sociale, le dinamiche abitative e il tessuto commerciale (Sequera e Nofre 2018; Estevens et al. 2020). In questo quadro Palermo e il suo centro storico non fanno eccezione. L’epicentro di questi processi è qui rappresentato dal quartiere della Kalsa, che fin dai primi anni Duemila è stato messo al centro di una precisa strategia di rinnovamento a base culturale chiamata a trainare la rinascita turistica della città (Vinci 2008). Il culmine di questo percorso è arrivato nel 2018, quando Palermo è stata nominata capitale italiana della cultura e scelta come sede di Manifesta, una delle più prestigiose biennali itineranti di arte contemporanea. Tuttavia, l’incremento esponenziale degli arrivi turistici nell’ultimo triennio si è arrestato con l’esplodere della pandemia, che ha mostrato con inedita evidenza le contraddizioni delle strategie di sviluppo perseguite nel centro storico e i segni che queste lasciano sui territori. Questa improvvisa interruzione se da un lato sembra offrire l’occasione per ripensare radicalmente le politiche urbane e culturali e trovare nuovi argini alle condizioni di overtourism in cui versano i centri storici delle città sudeuropee e non solo, dall’altro potrebbe rivelarsi un acceleratore delle dinamiche di mercificazione di questi spazi, rappresentando il rilancio del turismo una facile via di fuga nei periodi di crisi. L’obiettivo di questo contributo è di esplorare criticamente le trasformazioni urbane e sociali che hanno attraversato il quartiere della Kalsa di Palermo dagli anni Duemila a oggi, utilizzando tecniche qualitative e quantitative (analisi di dati statistici, interviste in profondità, analisi critica del discorso, …), con particolare riferimento al ruolo che la cultura ha avuto in questi processi. Pur nell’impossibilità di prefigurare gli scenari post-pandemici, prenderemo in esame documenti e discorsi che tracciano possibili direttrici di sviluppo per le città sudeuropee e i loro centri storici.
Crobe, S., Giubilaro, C., Prestileo, F. (2023). La cultura ci salverà? Processi di touristification a base culturale nel centro storico di Palermo. In M. Varotto, C. Rabbiosi, M. Cisani (a cura di), Oggetti, merci, beni : l’impronta materiale del movimento nello spazio (pp. 37-43). Padova : CLEUP.
La cultura ci salverà? Processi di touristification a base culturale nel centro storico di Palermo
Crobe, Stefania
;Giubilaro, Chiara
;Prestileo, Federico
2023-01-01
Abstract
Negli ultimi tre decenni la cultura ha avuto un ruolo chiave nella costruzione delle politiche urbane, divenendo uno strumento decisivo nella definizione delle strategie di sviluppo economico e nell’accesso alla competizione globale che caratterizzano l’attuale regime di neoliberismo urbano (Miles e Paddison 2005). Anche nel sud Europa la cosiddetta rigenerazione a base culturale ha rappresentato e continua ancora oggi a rappresentare una vera e propria ortodossia urbana, che trova nel turismo tanto una ragione di esistenza quanto un campo di attuazione. In particolare, negli ultimi anni i centri storici di molte città sudeuropee sono stati oggetto di trasformazioni profonde in cui pratiche artistico-culturali e flussi turistici sono stati protagonisti, convertendo interi quartieri in enclave dove processi di touristification alle volte associati a processi di gentrification ne hanno stravolto la composizione sociale, le dinamiche abitative e il tessuto commerciale (Sequera e Nofre 2018; Estevens et al. 2020). In questo quadro Palermo e il suo centro storico non fanno eccezione. L’epicentro di questi processi è qui rappresentato dal quartiere della Kalsa, che fin dai primi anni Duemila è stato messo al centro di una precisa strategia di rinnovamento a base culturale chiamata a trainare la rinascita turistica della città (Vinci 2008). Il culmine di questo percorso è arrivato nel 2018, quando Palermo è stata nominata capitale italiana della cultura e scelta come sede di Manifesta, una delle più prestigiose biennali itineranti di arte contemporanea. Tuttavia, l’incremento esponenziale degli arrivi turistici nell’ultimo triennio si è arrestato con l’esplodere della pandemia, che ha mostrato con inedita evidenza le contraddizioni delle strategie di sviluppo perseguite nel centro storico e i segni che queste lasciano sui territori. Questa improvvisa interruzione se da un lato sembra offrire l’occasione per ripensare radicalmente le politiche urbane e culturali e trovare nuovi argini alle condizioni di overtourism in cui versano i centri storici delle città sudeuropee e non solo, dall’altro potrebbe rivelarsi un acceleratore delle dinamiche di mercificazione di questi spazi, rappresentando il rilancio del turismo una facile via di fuga nei periodi di crisi. L’obiettivo di questo contributo è di esplorare criticamente le trasformazioni urbane e sociali che hanno attraversato il quartiere della Kalsa di Palermo dagli anni Duemila a oggi, utilizzando tecniche qualitative e quantitative (analisi di dati statistici, interviste in profondità, analisi critica del discorso, …), con particolare riferimento al ruolo che la cultura ha avuto in questi processi. Pur nell’impossibilità di prefigurare gli scenari post-pandemici, prenderemo in esame documenti e discorsi che tracciano possibili direttrici di sviluppo per le città sudeuropee e i loro centri storici.File | Dimensione | Formato | |
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