Come l’autore del volume Lillo Barberi sottolinea nell’Introduzione, l’intento dello studio monografico risiede nel «valorizzare al meglio le prerogative della rappresentazione architettonica in assonometria» proponendo «un’impostazione esecutiva che non sconvolge le modalità proiettive, ma che agevola le operazioni grafiche risolutive del disegno assonometrico e per questo viene denominata diretta». Anche in questo caso, si potrebbe affermare che, mediante il tema della rappresentazione dell’architettura, si affronti e si proponga un fare gnoseologico fondato sull’aspetto filologico dell’anagignoskein, ovvero la “conoscenza del conosciuto”, riferendoci all’espressione formulata da August Böeckh e adoperata, da Frithjof Rodi, come titolo per una raccolta di studi ermeneutici. E se il ridisegno interpretativo dell’architettura implica l’assunzione di un punto di vista soggettivo, a prescindere dalla fattuale estraneità dell’osservatore - così come è implicito nella rappresentazione assonometrica - esso appare rigorosamente fondato nei principi e nello statuto della disciplina del disegno stesso, senza concessioni a distrazioni e a graficismi fine a se stessi.
Di Benedetto, G. (2023). “Il disegno è l’arte di ben rappresentare”. Architettura, disegno e rappresentazione. In Intorno alla rappresentazione per l’architettura con l’assonometria diretta (pp. 5-7). Palermo : Fotopraph.
“Il disegno è l’arte di ben rappresentare”. Architettura, disegno e rappresentazione
Di Benedetto, Giuseppe
2023-04-01
Abstract
Come l’autore del volume Lillo Barberi sottolinea nell’Introduzione, l’intento dello studio monografico risiede nel «valorizzare al meglio le prerogative della rappresentazione architettonica in assonometria» proponendo «un’impostazione esecutiva che non sconvolge le modalità proiettive, ma che agevola le operazioni grafiche risolutive del disegno assonometrico e per questo viene denominata diretta». Anche in questo caso, si potrebbe affermare che, mediante il tema della rappresentazione dell’architettura, si affronti e si proponga un fare gnoseologico fondato sull’aspetto filologico dell’anagignoskein, ovvero la “conoscenza del conosciuto”, riferendoci all’espressione formulata da August Böeckh e adoperata, da Frithjof Rodi, come titolo per una raccolta di studi ermeneutici. E se il ridisegno interpretativo dell’architettura implica l’assunzione di un punto di vista soggettivo, a prescindere dalla fattuale estraneità dell’osservatore - così come è implicito nella rappresentazione assonometrica - esso appare rigorosamente fondato nei principi e nello statuto della disciplina del disegno stesso, senza concessioni a distrazioni e a graficismi fine a se stessi.File | Dimensione | Formato | |
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