Nel passato il paradigma fordista ha affidato alla politica e alla società di produrre capitale umano e sociale poiché in grado di consumare la produttività e l’efficienza del mercato (Margiotta, 2015). Oggi invece la produzione fa leva sulle ambizioni e capacità di tanti individui che si danno da fare. Saper gestire la propria formazione continua è una competenza che ogni insegnante deve sviluppare perché essa subordina l’acquisizione e lo sviluppo di tutte le altre. Emerge dunque la necessità di una policy educativa e formativa in grado di promuovere opportunità realizzativa, la riscoperta dell’intelligenza personale e comunitaria come motore generativo di estrazione di valore. Il diritto all’apprendimento non può essere solo la risposta al bisogno generato dalla logica produttiva, ma diventa una risorsa, un’opportunità entro cui qualificare quell’agire portatore di emozioni e conoscenze, risorse e progettualità, che chiamiamo apprendimento. Si tratta, in altri termini, di pensare l’apprendimento permanente come la capacità di mobilitare progettualità in azioni concrete, rilevabili ed osservabili: saperi in azione.
Martino Federica (2022). Il lifelong learning come vocazione ontologica “nell’Essere Più”. EPALE JOURNAL(11), 81-88.
Il lifelong learning come vocazione ontologica “nell’Essere Più”
Martino FedericaPrimo
2022-06-11
Abstract
Nel passato il paradigma fordista ha affidato alla politica e alla società di produrre capitale umano e sociale poiché in grado di consumare la produttività e l’efficienza del mercato (Margiotta, 2015). Oggi invece la produzione fa leva sulle ambizioni e capacità di tanti individui che si danno da fare. Saper gestire la propria formazione continua è una competenza che ogni insegnante deve sviluppare perché essa subordina l’acquisizione e lo sviluppo di tutte le altre. Emerge dunque la necessità di una policy educativa e formativa in grado di promuovere opportunità realizzativa, la riscoperta dell’intelligenza personale e comunitaria come motore generativo di estrazione di valore. Il diritto all’apprendimento non può essere solo la risposta al bisogno generato dalla logica produttiva, ma diventa una risorsa, un’opportunità entro cui qualificare quell’agire portatore di emozioni e conoscenze, risorse e progettualità, che chiamiamo apprendimento. Si tratta, in altri termini, di pensare l’apprendimento permanente come la capacità di mobilitare progettualità in azioni concrete, rilevabili ed osservabili: saperi in azione.File | Dimensione | Formato | |
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