Palermo, che si è guadagnata in questi ultimi anni la reputazione di “città dell’accoglienza”, grazie ad una sua radicata vocazione alla multiculturalità e alle politiche di apertura e di rispetto delle nuove cittadinanze è una città che si è proposta spesso come un laboratorio di sperimentazione sui temi dell’interculturalità, della cooperazione e dell’inclusione sociale e culturale. Una "città delle connessioni" dove “Design per connettere” è stato proposto come programma di lavoro per provare a contribuire attraverso gli strumenti e i metodi del design, alla costruzione di nuove visioni e spazi di azione per una profonda riorganizzazione dei modi di vita, di produzione, di consumo, di interazione tra le persone, in risposta alle molteplici linee di crisi emergenti che richiedono una profonda revisione del nostro modo di condividere, di conoscere, di progettare.“Questa fase di transizione si presenta come una rete di crisi lunghe e durature e, allo stesso tempo come un ampio e complesso processo di apprendimento sociale attraverso il quale tutto ciò che apparteneva al modo di pensare e di fare mainstream nel ventesimo secolo dovrà essere reinventato...Il design fa parte di questo processo di apprendimento e potrebbe e dovrebbe svolgere un ruolo importante in esso” (Manzini, 2016)
Trapani, V.M. (2022). La città delle connessioni e le connessioni del design. In C. Ferrara, C. Germak, L. Imbesi, V. Trapani (a cura di), Design per connettere (pp. 20-27). Società Italiana di Design.
La città delle connessioni e le connessioni del design
Trapani, Vita Maria
2022-01-01
Abstract
Palermo, che si è guadagnata in questi ultimi anni la reputazione di “città dell’accoglienza”, grazie ad una sua radicata vocazione alla multiculturalità e alle politiche di apertura e di rispetto delle nuove cittadinanze è una città che si è proposta spesso come un laboratorio di sperimentazione sui temi dell’interculturalità, della cooperazione e dell’inclusione sociale e culturale. Una "città delle connessioni" dove “Design per connettere” è stato proposto come programma di lavoro per provare a contribuire attraverso gli strumenti e i metodi del design, alla costruzione di nuove visioni e spazi di azione per una profonda riorganizzazione dei modi di vita, di produzione, di consumo, di interazione tra le persone, in risposta alle molteplici linee di crisi emergenti che richiedono una profonda revisione del nostro modo di condividere, di conoscere, di progettare.“Questa fase di transizione si presenta come una rete di crisi lunghe e durature e, allo stesso tempo come un ampio e complesso processo di apprendimento sociale attraverso il quale tutto ciò che apparteneva al modo di pensare e di fare mainstream nel ventesimo secolo dovrà essere reinventato...Il design fa parte di questo processo di apprendimento e potrebbe e dovrebbe svolgere un ruolo importante in esso” (Manzini, 2016)File | Dimensione | Formato | |
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