Essendo il progetto di architettura conoscenza e frutto dell’inventio, cioè atto del trovare, possiamo ignorare che alla crisi dichiarata dell’attitudine conoscitiva basata sulla dialettica degli opposti, un’attitudine nella quale va forse identificata l’esito ultimo della filosofia hegeliana, è seguita una serie notevole di nuove tendenze e schieramenti, spesso opposti e contrastanti, che hanno definito nel loro insieme uno scenario teorico frammentario, descrivibile solo in maniera discontinua e per ambiti circoscritti? Possiamo ignorare i filosofi più sperimentali come Jean-François Lyotard, Gianni Vattimo, Jacques Derridà, che nel tentativo di superare l’intransigenza e l’ansietà totalizzante delle ideologie moderne, hanno estratto dalla logica del pensiero debole segmenti isolati di saperi in prospettiva della definizione di un mosaico conoscitivo, mobile, dinamico, discontinuo, relativizzato; il tutto nella consapevolezza dell’esistenza della nuova cultura planetaria prodotta e imposta dalla comunicazione di massa? Evidentemente no, poiché questa revisione della struttura stessa del pensiero moderno ha ovviamente fortemente interessato la disciplina architettonica. E quindi è impossibile, a partire da queste premesse, non intravedere una crisi della modalità di costruzione del progetto basata sull’analisi, spesso sugli apriori tipologici, e che trova nello schema tesi-antitesi-sintesi la sua legittimazione metodologica. Parlando di tesi e di sintesi si può arrivare diritto al cuore della questione: “abduzione e progetto”. Che cosa è l’abduzione? Si potrebbe dire che formalmente, l’abduzione o l’ipotesi di retro-duzione, è un procedimento logico analogo alla deduzione e all’induzione, ma che cerca di spiegare i fatti osservati inferendo la causa dall’effetto, aggiungendovi sempre dell’altro, divenendo alla fine un ragionamento che amplia la conoscenza in senso qualitativo. Una conoscenza che svela una precisa prospettiva epistemica e si focalizza talvolta sulle singole parti di un fenomeno, il cui disvelamento di senso va a modificare il complesso del sapere del “tutto”. L’abduzione è innanzitutto il terzo di tipo di inferenza dopo la deduzione e l’induzione. L’inferenza è ogni forma di ragionamento con cui si dimostra il logico conseguire di una verità da un’altra.

Di Benedetto Giuseppe (2021). Inferenze del terzo tipo sul processo del progetto dell’architettura. In A. Sciascia, S. Colajanni (a cura di), Pioggia di libri (pp. 58-61). Palermo.

Inferenze del terzo tipo sul processo del progetto dell’architettura

Di Benedetto Giuseppe
2021-12-01

Abstract

Essendo il progetto di architettura conoscenza e frutto dell’inventio, cioè atto del trovare, possiamo ignorare che alla crisi dichiarata dell’attitudine conoscitiva basata sulla dialettica degli opposti, un’attitudine nella quale va forse identificata l’esito ultimo della filosofia hegeliana, è seguita una serie notevole di nuove tendenze e schieramenti, spesso opposti e contrastanti, che hanno definito nel loro insieme uno scenario teorico frammentario, descrivibile solo in maniera discontinua e per ambiti circoscritti? Possiamo ignorare i filosofi più sperimentali come Jean-François Lyotard, Gianni Vattimo, Jacques Derridà, che nel tentativo di superare l’intransigenza e l’ansietà totalizzante delle ideologie moderne, hanno estratto dalla logica del pensiero debole segmenti isolati di saperi in prospettiva della definizione di un mosaico conoscitivo, mobile, dinamico, discontinuo, relativizzato; il tutto nella consapevolezza dell’esistenza della nuova cultura planetaria prodotta e imposta dalla comunicazione di massa? Evidentemente no, poiché questa revisione della struttura stessa del pensiero moderno ha ovviamente fortemente interessato la disciplina architettonica. E quindi è impossibile, a partire da queste premesse, non intravedere una crisi della modalità di costruzione del progetto basata sull’analisi, spesso sugli apriori tipologici, e che trova nello schema tesi-antitesi-sintesi la sua legittimazione metodologica. Parlando di tesi e di sintesi si può arrivare diritto al cuore della questione: “abduzione e progetto”. Che cosa è l’abduzione? Si potrebbe dire che formalmente, l’abduzione o l’ipotesi di retro-duzione, è un procedimento logico analogo alla deduzione e all’induzione, ma che cerca di spiegare i fatti osservati inferendo la causa dall’effetto, aggiungendovi sempre dell’altro, divenendo alla fine un ragionamento che amplia la conoscenza in senso qualitativo. Una conoscenza che svela una precisa prospettiva epistemica e si focalizza talvolta sulle singole parti di un fenomeno, il cui disvelamento di senso va a modificare il complesso del sapere del “tutto”. L’abduzione è innanzitutto il terzo di tipo di inferenza dopo la deduzione e l’induzione. L’inferenza è ogni forma di ragionamento con cui si dimostra il logico conseguire di una verità da un’altra.
dic-2021
Di Benedetto Giuseppe (2021). Inferenze del terzo tipo sul processo del progetto dell’architettura. In A. Sciascia, S. Colajanni (a cura di), Pioggia di libri (pp. 58-61). Palermo.
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