I più importanti vocabolari siciliani dell’800, redatti sulla base degli stessi principi e metodi che hanno ispirato e sorretto la lessicografia dialettale italiana della stessa epoca, rappresentano sostanzialmente l’esperienza “cittadina”, il dialetto delle grandi città. Conseguentemente, il lessico relativo al mondo rurale, al lavoro dei contadini e dei pastori, risulta – in queste opere – trascurato, quando non inesistente. Questa condizione, già messa in luce da G. Piccitto (Per un moderno vocabolario siciliano, Università di Catania, Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, 1950) e ribadita da A. Varvaro (A. Varvaro, Gli intellettuali e il lavoro. I vocabolari siciliani dell’Ottocento, in I mestieri. Organizzazione, tecniche, linguaggi, Quaderni del Circolo Semiologico Siciliano, 17-18, Palermo 1982: 535-540), non può non essere sostanzialmente confermata. Tuttavia, come si mostrerà, non mancano, in alcuni tra questi vocabolari, diverse entrate lessicali pertinenti a concetti che, nell’ambito della cultura agro-pastorale, risultano decisamente specialistici. Sia pur, dunque, nell’impossibilità di ricostruire integralmente alcuni campi semantici presi a esempio – in ragione dell’effettiva mancanza di riferimenti lessicali sistematici e/o di riferimenti semantici puntuali o soddisfacenti – la registrazione di entrate lessicali relative a concetti esperibili esclusivamente (o più specificamente) nelle attività rurali potrebbe essere assunta come attenuante delle “mancanze” che gli autori di questi vocabolari hanno avuto nei confronti del lavoro rurale.
Vito, M. (2021). Il lessico agro-pastorale nei vocabolari siciliani dell'Ottocento. In F. Vicario (a cura di), Jacopo Pirona e la lessicografia friulana / Jacum Pirone e la lessicografie furlane (pp. 125-137). Pasian di Prato (UD) : Società Filologica Friulana.
Il lessico agro-pastorale nei vocabolari siciliani dell'Ottocento
Vito, Matranga
2021-12-01
Abstract
I più importanti vocabolari siciliani dell’800, redatti sulla base degli stessi principi e metodi che hanno ispirato e sorretto la lessicografia dialettale italiana della stessa epoca, rappresentano sostanzialmente l’esperienza “cittadina”, il dialetto delle grandi città. Conseguentemente, il lessico relativo al mondo rurale, al lavoro dei contadini e dei pastori, risulta – in queste opere – trascurato, quando non inesistente. Questa condizione, già messa in luce da G. Piccitto (Per un moderno vocabolario siciliano, Università di Catania, Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, 1950) e ribadita da A. Varvaro (A. Varvaro, Gli intellettuali e il lavoro. I vocabolari siciliani dell’Ottocento, in I mestieri. Organizzazione, tecniche, linguaggi, Quaderni del Circolo Semiologico Siciliano, 17-18, Palermo 1982: 535-540), non può non essere sostanzialmente confermata. Tuttavia, come si mostrerà, non mancano, in alcuni tra questi vocabolari, diverse entrate lessicali pertinenti a concetti che, nell’ambito della cultura agro-pastorale, risultano decisamente specialistici. Sia pur, dunque, nell’impossibilità di ricostruire integralmente alcuni campi semantici presi a esempio – in ragione dell’effettiva mancanza di riferimenti lessicali sistematici e/o di riferimenti semantici puntuali o soddisfacenti – la registrazione di entrate lessicali relative a concetti esperibili esclusivamente (o più specificamente) nelle attività rurali potrebbe essere assunta come attenuante delle “mancanze” che gli autori di questi vocabolari hanno avuto nei confronti del lavoro rurale.File | Dimensione | Formato | |
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