La mancanza di vegetazione all’interno delle nostre città e, soprattutto, dei centri storici determina oggi, alla luce dei cambiamenti climatici in corso, notevoli problematiche tra le quali vanno annoverate – tra quelle più gravi – l’impossibilità di contrastare efficacemente le ondate di calore, sempre più frequenti in ambito Mediterraneo, con conseguente aumento dei consumi energetici degli edifici dovuti alla necessità di garantire il comfort indoor e l’incapacità di rallentare il deflusso delle acque meteoriche che a causa degli eventi di pioggia estremi e dell’impermeabilità dei suoli rendono sempre più inefficaci i sistemi di drenaggio urbano esistenti. L’utilizzo della vegetazione come utile strumento di mitigazione del microclima e di miglioramento del comfort outdoor (ed indoor) in ambito urbano è, invece, oramai ampiamente riconosciuto e scientificamente provato, vista l’ampia letteratura disponibile prodotta grazie al lavoro di moltissimi ricercatori a livello internazionale che hanno provveduto a quantificarne i benefici in termini, ad esempio, di abbassamento delle temperature, di abbattimento delle polveri sottili, di miglioramento del benessere degli abitanti, ecc. Nella città di Alcamo, date le caratteristiche del suo tessuto viario ed edilizio – soprattutto se analizzato in riferimento al centro storico – appare a prima vista “impossibile” implementare la vegetazione nelle forme e nelle dimensioni necessarie a contrastare l’aumento delle temperature, che negli ultimi anni hanno raggiunto, durante l’estate, picchi superiori ai 32°C, malgrado al città sia situata in collina, a 258 metri s.l.m.. Né, d’altronde, appare altresì possibile in centro storico adottare facilmente sistemi BIV, data la natura degli edifici realizzati, per lo più, a schiera ed inframezzati, qua e là, da palazzetti signorili di più nobile fattura che, spesso, possono ritrovarsi affiancati ad edifici in cemento armato, d’epoca più moderna, ma di più modesto aspetto, così come, a volte, a veri e propri ruderi. Altro ragionamento può invece farsi se si guarda ai margini, più o meno “slabbrati” in alcuni punti, della città che si estende verso la campagna.
Corrao R. (2021). Margini e interstizi vegetati per una città resiliente. In G. Trombino (a cura di), ALCAMO : studi, piani e progetti per il centro storico (pp. 143-156). Milano : Angeli.
Margini e interstizi vegetati per una città resiliente
Corrao R.
Writing – Original Draft Preparation
2021-01-01
Abstract
La mancanza di vegetazione all’interno delle nostre città e, soprattutto, dei centri storici determina oggi, alla luce dei cambiamenti climatici in corso, notevoli problematiche tra le quali vanno annoverate – tra quelle più gravi – l’impossibilità di contrastare efficacemente le ondate di calore, sempre più frequenti in ambito Mediterraneo, con conseguente aumento dei consumi energetici degli edifici dovuti alla necessità di garantire il comfort indoor e l’incapacità di rallentare il deflusso delle acque meteoriche che a causa degli eventi di pioggia estremi e dell’impermeabilità dei suoli rendono sempre più inefficaci i sistemi di drenaggio urbano esistenti. L’utilizzo della vegetazione come utile strumento di mitigazione del microclima e di miglioramento del comfort outdoor (ed indoor) in ambito urbano è, invece, oramai ampiamente riconosciuto e scientificamente provato, vista l’ampia letteratura disponibile prodotta grazie al lavoro di moltissimi ricercatori a livello internazionale che hanno provveduto a quantificarne i benefici in termini, ad esempio, di abbassamento delle temperature, di abbattimento delle polveri sottili, di miglioramento del benessere degli abitanti, ecc. Nella città di Alcamo, date le caratteristiche del suo tessuto viario ed edilizio – soprattutto se analizzato in riferimento al centro storico – appare a prima vista “impossibile” implementare la vegetazione nelle forme e nelle dimensioni necessarie a contrastare l’aumento delle temperature, che negli ultimi anni hanno raggiunto, durante l’estate, picchi superiori ai 32°C, malgrado al città sia situata in collina, a 258 metri s.l.m.. Né, d’altronde, appare altresì possibile in centro storico adottare facilmente sistemi BIV, data la natura degli edifici realizzati, per lo più, a schiera ed inframezzati, qua e là, da palazzetti signorili di più nobile fattura che, spesso, possono ritrovarsi affiancati ad edifici in cemento armato, d’epoca più moderna, ma di più modesto aspetto, così come, a volte, a veri e propri ruderi. Altro ragionamento può invece farsi se si guarda ai margini, più o meno “slabbrati” in alcuni punti, della città che si estende verso la campagna.File | Dimensione | Formato | |
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