Scrive Giuseppe Semerani: «nel 1936 un barbaro viene a Venezia: Giuseppe Samonà. Un ingegnere, un aristocratico siciliano, un provinciale». Ma proprio quel barbaro, aristocratico e provinciale seppe in breve tempo, cito sempre Semerani, «diventare imperatore»; capace di scardinare il conservatorismo culturale della scuola di Architettura lagunare proiettandola in una dimensione nuova, di vera e propria rifondazione che la trasformerà in una delle migliori scuole in Italia e in Europa. Naturalmente Samonà era “barbaro” e “provinciale” in una misura che è esclusivamente simbolica o, per meglio dire, ideologica, di chi è capace, in una fase di transizione culturale epocale, di saper offrire nuove e rinnovate condizioni cui fare riferimento. Ciò vale anche per la sua attività di progettista, inscindibile da quella di docente. Attività più che mai intensa soprattutto nel dopoguerra e che vedrà al suo fianco il figlio Alberto e Giuseppina Marcialis, dal 1958 al 1964, e il solo Alberto, come cointestatario dello studio professionale, dal 1965 al 1983. Alle figure del figlio e della nuora si assoceranno, nel corso di molteplici esperienze, quelle di numerosi e noti collaboratori.

DI BENEDETTO, G. (2020). “E venne un barbaro …”. Giuseppe Samonà e la ricerca impaziente. AAA ITALIA, 17(19), 29-35.

“E venne un barbaro …”. Giuseppe Samonà e la ricerca impaziente

DI BENEDETTO, GIuseppe
2020-01-01

Abstract

Scrive Giuseppe Semerani: «nel 1936 un barbaro viene a Venezia: Giuseppe Samonà. Un ingegnere, un aristocratico siciliano, un provinciale». Ma proprio quel barbaro, aristocratico e provinciale seppe in breve tempo, cito sempre Semerani, «diventare imperatore»; capace di scardinare il conservatorismo culturale della scuola di Architettura lagunare proiettandola in una dimensione nuova, di vera e propria rifondazione che la trasformerà in una delle migliori scuole in Italia e in Europa. Naturalmente Samonà era “barbaro” e “provinciale” in una misura che è esclusivamente simbolica o, per meglio dire, ideologica, di chi è capace, in una fase di transizione culturale epocale, di saper offrire nuove e rinnovate condizioni cui fare riferimento. Ciò vale anche per la sua attività di progettista, inscindibile da quella di docente. Attività più che mai intensa soprattutto nel dopoguerra e che vedrà al suo fianco il figlio Alberto e Giuseppina Marcialis, dal 1958 al 1964, e il solo Alberto, come cointestatario dello studio professionale, dal 1965 al 1983. Alle figure del figlio e della nuora si assoceranno, nel corso di molteplici esperienze, quelle di numerosi e noti collaboratori.
2020
DI BENEDETTO, G. (2020). “E venne un barbaro …”. Giuseppe Samonà e la ricerca impaziente. AAA ITALIA, 17(19), 29-35.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
G. DI BENEDETTO, E venne un barbaro .pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione Editoriale
Dimensione 1.23 MB
Formato Adobe PDF
1.23 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/513499
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact