i potenziali squilibri finanziari generati dall’emersione delle perdite di esercizio delle società partecipate nell’ambito del settore pubblico hanno ispirato una serie di interventi normativi in cui il legislatore ha manifestato talvolta un intento meramente ricognitivo, talaltra una spinta riformatrice indirizzata al contenimento, alla razionalizzazione e alla trasparenza dei costi connessi alle società partecipate. Ne è risultato un reticolo normativo teso ad circoscrivere e regolare i poteri di controllo dell’ente territoriale in relazione al governo societario imponendogli una serie di presidi posti a tutela del corretto e trasparente utilizzo delle risorse pubbliche anche in presenza di scelte organizzative basate sul modulo privatistico.Avendo tracciato i confini della legittimità dell’adozione del modulo organizzativo societario, il legislatore si preoccupa di conformare l’esistente a tale quadro di riferimento mediante l’obbligo in capo alle amministrazioni di rivisitare e razionalizzare l’impianto complessivo delle proprie partecipazioni sia per verificare la rispondenza sia ai parametri previsti dall’art. 4 sia all’interesse pubblico all’efficiente ed efficace utilizzo delle risorse. A monte di tale obbligo si riscontra una chiara conferma dell’intento strategico di pervenire una riduzione quantitativa dei soggetti partecipati da soggetti pubblici in una logica della Spending review.
URSI RICCARDO (2020). La razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche nel D.lgs. n. 175/2016. In R. Ursi, M. Perrino (a cura di), Le società a controllo pubblico (pp. 253-275). Giappichelli.
La razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche nel D.lgs. n. 175/2016
URSI RICCARDO
2020-01-01
Abstract
i potenziali squilibri finanziari generati dall’emersione delle perdite di esercizio delle società partecipate nell’ambito del settore pubblico hanno ispirato una serie di interventi normativi in cui il legislatore ha manifestato talvolta un intento meramente ricognitivo, talaltra una spinta riformatrice indirizzata al contenimento, alla razionalizzazione e alla trasparenza dei costi connessi alle società partecipate. Ne è risultato un reticolo normativo teso ad circoscrivere e regolare i poteri di controllo dell’ente territoriale in relazione al governo societario imponendogli una serie di presidi posti a tutela del corretto e trasparente utilizzo delle risorse pubbliche anche in presenza di scelte organizzative basate sul modulo privatistico.Avendo tracciato i confini della legittimità dell’adozione del modulo organizzativo societario, il legislatore si preoccupa di conformare l’esistente a tale quadro di riferimento mediante l’obbligo in capo alle amministrazioni di rivisitare e razionalizzare l’impianto complessivo delle proprie partecipazioni sia per verificare la rispondenza sia ai parametri previsti dall’art. 4 sia all’interesse pubblico all’efficiente ed efficace utilizzo delle risorse. A monte di tale obbligo si riscontra una chiara conferma dell’intento strategico di pervenire una riduzione quantitativa dei soggetti partecipati da soggetti pubblici in una logica della Spending review.File | Dimensione | Formato | |
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