Nel 1941 Renda (1875-1959), docente di Storia della filosofia nell'ateneo palermitano e poi professore emerito, ha pubblicato un importante commento del De la causa, principio et uno, ossia del testo filosofico bruniano più impegnativo e cruciale, poiché nella sua valutazione si decide la coerenza e la pregnanza speculativa della "Nolana filosofia". Purtroppo il commento rendiano è passato pressoché inosservato, nonostante che abbia saputo calarsi, con acume e acribia, nella complessità del movimento di pensiero di Giordano Bruno e ne abbia restituito l'originalità. All'opposto si può collocare la fortunata interpretazione gentiliana, inaugurata dal celebre discorso tenuto a Palermo nel 1907, e poi sviluppata nei due decenni seguenti: sulla scia di Bertando Spaventa, Bruno è assunto da Gentile a pietra miliare della filosofia italiana, ma nei panni stretti di un eminente antesignano dello storicismo vichiano e hegeliano. A differenza di Gentile, Renda ci insegna a leggere Bruno iuxta propria principia, cercando l'attualità del Nolano dentro la sua articolazione concettuale e la sua specifica problematica teorica.

Mancini, S. (2009). Immanenza e trascendenza nella filosofia bruniana: Spaventa, Gentile, Renda. In Samonà Alberto (a cura di), Giordano Bruno nella cultura mediterranea e siciliana dal ‘600 al nostro tempo (pp. 21-45). Palermo : Officina di Studi Medievali.

Immanenza e trascendenza nella filosofia bruniana: Spaventa, Gentile, Renda

MANCINI, Sandro
2009-01-01

Abstract

Nel 1941 Renda (1875-1959), docente di Storia della filosofia nell'ateneo palermitano e poi professore emerito, ha pubblicato un importante commento del De la causa, principio et uno, ossia del testo filosofico bruniano più impegnativo e cruciale, poiché nella sua valutazione si decide la coerenza e la pregnanza speculativa della "Nolana filosofia". Purtroppo il commento rendiano è passato pressoché inosservato, nonostante che abbia saputo calarsi, con acume e acribia, nella complessità del movimento di pensiero di Giordano Bruno e ne abbia restituito l'originalità. All'opposto si può collocare la fortunata interpretazione gentiliana, inaugurata dal celebre discorso tenuto a Palermo nel 1907, e poi sviluppata nei due decenni seguenti: sulla scia di Bertando Spaventa, Bruno è assunto da Gentile a pietra miliare della filosofia italiana, ma nei panni stretti di un eminente antesignano dello storicismo vichiano e hegeliano. A differenza di Gentile, Renda ci insegna a leggere Bruno iuxta propria principia, cercando l'attualità del Nolano dentro la sua articolazione concettuale e la sua specifica problematica teorica.
2009
Mancini, S. (2009). Immanenza e trascendenza nella filosofia bruniana: Spaventa, Gentile, Renda. In Samonà Alberto (a cura di), Giordano Bruno nella cultura mediterranea e siciliana dal ‘600 al nostro tempo (pp. 21-45). Palermo : Officina di Studi Medievali.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
bruno_renda copertina.pdf

accesso aperto

Dimensione 319.33 kB
Formato Adobe PDF
319.33 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
bruno_renda.pdf

accesso aperto

Dimensione 276.91 kB
Formato Adobe PDF
276.91 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/47774
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact