Consumare meno suolo significa riscoprire la vita in città, riqualificando ambiti degradati, consolidando le piccole centralità mediante spazi pubblici e funzioni aggreganti, sostenendo e incentivando la “ricucitura” di architetture dismesse e parti di città poco vivibili. La “memoria” identitaria e la dimensione ecologico-paesaggistica in chiave creativa delle città possono, e devono, divenire un volano per innescare vivibilità soprattutto nei contesti urbani difficili. Partendo dal concetto di milieu, un approccio creativo bottom up può costituire la base operativa per una vision che, ancor prima di avere una dimensione urbana, ne abbia una “umana”. Nell’obiettivo ultimo di affrontare tematiche legate alla riduzione del consumo di suolo, all’analisi critica dell’urbanistica prettamente regolamentativa, alla ricerca di un nuovo equilibrio del rapporto urbano-rurale, il paper considera prioritario innescare nuovi processi che siano, per fasi successive e incrementali, capaci di autorigenerarsi. I casi studio si soffermeranno su due quartieri periferici di una città media siciliana, veri e propri “frammenti” di un sistema urbano energivoro e complesso, caratterizzati da differenti criticità ma accomunati dalla contiguità con un grande “vuoto”, un parco archeologico e paesaggistico di straordinario valore. Tra gli effetti attesi, vi è la dimostrazione della necessità di un approccio olistico che si soffermi sulla dimensione ecologica e paesaggistica quale strategia di “comunità” che si (ri)scopre come tale.
SCAVONE, V., MISTRETTA, S.D. (2020). Vivibilità e creatività delle periferie. In Rossi M. (a cura di), Atti della XXII Conferenza Nazionale SIU. L'Urbanistica italiana di fronte all'Agenda 2030. Portare territori e comunità sulla strada della sostenibilità e della resilienza, Matera-Bari 6-7-8 giugno 2019 (pp. 2034-2042). Roma-Milano : Planum Publisher.
Vivibilità e creatività delle periferie
SCAVONE, Valeria
;MISTRETTA, Salvatore Danilo
2020-01-01
Abstract
Consumare meno suolo significa riscoprire la vita in città, riqualificando ambiti degradati, consolidando le piccole centralità mediante spazi pubblici e funzioni aggreganti, sostenendo e incentivando la “ricucitura” di architetture dismesse e parti di città poco vivibili. La “memoria” identitaria e la dimensione ecologico-paesaggistica in chiave creativa delle città possono, e devono, divenire un volano per innescare vivibilità soprattutto nei contesti urbani difficili. Partendo dal concetto di milieu, un approccio creativo bottom up può costituire la base operativa per una vision che, ancor prima di avere una dimensione urbana, ne abbia una “umana”. Nell’obiettivo ultimo di affrontare tematiche legate alla riduzione del consumo di suolo, all’analisi critica dell’urbanistica prettamente regolamentativa, alla ricerca di un nuovo equilibrio del rapporto urbano-rurale, il paper considera prioritario innescare nuovi processi che siano, per fasi successive e incrementali, capaci di autorigenerarsi. I casi studio si soffermeranno su due quartieri periferici di una città media siciliana, veri e propri “frammenti” di un sistema urbano energivoro e complesso, caratterizzati da differenti criticità ma accomunati dalla contiguità con un grande “vuoto”, un parco archeologico e paesaggistico di straordinario valore. Tra gli effetti attesi, vi è la dimostrazione della necessità di un approccio olistico che si soffermi sulla dimensione ecologica e paesaggistica quale strategia di “comunità” che si (ri)scopre come tale.File | Dimensione | Formato | |
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