Nella realizzazione di nuovi impianti frutticoli, grazie all'utilizzo di materiale vegetale selezionato per caratteristiche genetiche e sanitarie e di tecniche gestionali razionali e di alta efficienza, si è raggiunto un livello di specializzazione tale da realizzare un elevato impiego delle risorse naturali e degli input della tecnica colturale. Tutto ciò è frutto di scelte importanti di natura tecnica e, ancor più, imprenditoriale che sono obbligatorie allatto della realizzazione dell’impianto e dalle quali dipende il successo economico ed agronomico del frutteto. Per essere economicamente remunerativo, l’impianto di un frutteto di qualsivoglia specie deve consentire di ammortizzare in breve tempo gli investimenti realizzati, di attuare la più razionale meccanizzazione delle operazioni colturali e, soprattutto, di contenere i costi di produzione. È quindi essenziale condurre un’analisi critica del contesto operativo e delle risorse utilizzabili, ambientali, umane, tecnologiche, infrastrutturali e, non ultime, economiche. Gli investimenti iniziali sono importanti e il loro rientro non è immediatamente successivo alla piantagione, in considerazione del periodo improduttivo dell’impianto, anch'esso frutto delle scelte iniziali, dalla specie individuata al portainnesto prescelto, dalla sua combinazione con le cultivar al modello d’impianto realizzato. La progettazione di un frutteto specializzato si articola dunque in passaggi successivi finalizzati alla scelta di una razionale densità di investimento (numero di piante per unità di superficie), di specie con fase improduttiva breve, di una forma di allevamento tale da conseguire livelli quanti-qualitativi di produzione ottimali e certificabili, sia che si segua il protocollo di produzione integrata sia - e in particolar modo - che si adotti il protocollo di produzione biologica. Oggi, dando per acquisita la presenza sul territorio di strutture e servizi specifici indispensabili nella fase di commercializzazione del prodotto, è di primaria importanza la qualità dell’ambiente naturale in cui realizzare l’eco-sistema frutteto. Il primo passo consiste dunque nella acquisizione delle informazioni relative alle caratteristiche pedoclimatiche della stazione d’impianto. Realizzare un frutteto specializzato sulle colline bergamasche anziché nella pianura metapontina è cosa ben diversa, non tanto per le differenti condizioni climatiche, che possono e devono essere note, ma non sempre completamente controllabili, quanto piuttosto per le proprietà fisico-chimiche delle diverse tipologie di suolo. Il frutteto è caratterizzato da una lunga persistenza temporale nel medesimo lungo e nel corso della sua vita eserciterà una pressione ecologica importante sulla biodiversità ambientale. Indispensabile è pertanto l’esecuzione di una accurata analisi fisico-chimico-meccanica (contenuto di sostanza organica, reazione del terreno, percentuale di macro e micronutrienti, capacità di scambio cationico, contenuto di calcare attivo, caratteristiche fisiche) della stazione d’impianto, allo scopo di porre eventualmente in essere interventi correttivi propedeutici alla messa a dimora delle piante.
Gallotta Alessandra, Sortino Giuseppe (2019). Realizzazione, configurazione e gestione degli impianti frutticoli. In F. Sottile, C. Peano (a cura di), Principi di Arboricoltura (pp. 153-186). Napoli : EdiSES srl.
Realizzazione, configurazione e gestione degli impianti frutticoli
Sortino Giuseppe
2019-01-01
Abstract
Nella realizzazione di nuovi impianti frutticoli, grazie all'utilizzo di materiale vegetale selezionato per caratteristiche genetiche e sanitarie e di tecniche gestionali razionali e di alta efficienza, si è raggiunto un livello di specializzazione tale da realizzare un elevato impiego delle risorse naturali e degli input della tecnica colturale. Tutto ciò è frutto di scelte importanti di natura tecnica e, ancor più, imprenditoriale che sono obbligatorie allatto della realizzazione dell’impianto e dalle quali dipende il successo economico ed agronomico del frutteto. Per essere economicamente remunerativo, l’impianto di un frutteto di qualsivoglia specie deve consentire di ammortizzare in breve tempo gli investimenti realizzati, di attuare la più razionale meccanizzazione delle operazioni colturali e, soprattutto, di contenere i costi di produzione. È quindi essenziale condurre un’analisi critica del contesto operativo e delle risorse utilizzabili, ambientali, umane, tecnologiche, infrastrutturali e, non ultime, economiche. Gli investimenti iniziali sono importanti e il loro rientro non è immediatamente successivo alla piantagione, in considerazione del periodo improduttivo dell’impianto, anch'esso frutto delle scelte iniziali, dalla specie individuata al portainnesto prescelto, dalla sua combinazione con le cultivar al modello d’impianto realizzato. La progettazione di un frutteto specializzato si articola dunque in passaggi successivi finalizzati alla scelta di una razionale densità di investimento (numero di piante per unità di superficie), di specie con fase improduttiva breve, di una forma di allevamento tale da conseguire livelli quanti-qualitativi di produzione ottimali e certificabili, sia che si segua il protocollo di produzione integrata sia - e in particolar modo - che si adotti il protocollo di produzione biologica. Oggi, dando per acquisita la presenza sul territorio di strutture e servizi specifici indispensabili nella fase di commercializzazione del prodotto, è di primaria importanza la qualità dell’ambiente naturale in cui realizzare l’eco-sistema frutteto. Il primo passo consiste dunque nella acquisizione delle informazioni relative alle caratteristiche pedoclimatiche della stazione d’impianto. Realizzare un frutteto specializzato sulle colline bergamasche anziché nella pianura metapontina è cosa ben diversa, non tanto per le differenti condizioni climatiche, che possono e devono essere note, ma non sempre completamente controllabili, quanto piuttosto per le proprietà fisico-chimiche delle diverse tipologie di suolo. Il frutteto è caratterizzato da una lunga persistenza temporale nel medesimo lungo e nel corso della sua vita eserciterà una pressione ecologica importante sulla biodiversità ambientale. Indispensabile è pertanto l’esecuzione di una accurata analisi fisico-chimico-meccanica (contenuto di sostanza organica, reazione del terreno, percentuale di macro e micronutrienti, capacità di scambio cationico, contenuto di calcare attivo, caratteristiche fisiche) della stazione d’impianto, allo scopo di porre eventualmente in essere interventi correttivi propedeutici alla messa a dimora delle piante.File | Dimensione | Formato | |
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