L'analisi della trattazione ciceroniana sul ridicolo (Cic. de oratore II, 216-285) vuole descrivere le coordinate generali di una proposta didattica in cui la rilevanza culturale del testo latino emerge dall'intreccio della logica della sintassi e della logica del contenuto. Nel corpus testuale analizzato si mette in rilievo la dipendenza del ridicolo da meccanismi pragmatici che regolano l'atto della comunicazione e la sua stretta connessione con i codici socioculturali e linguistici della comunità che lo esprime.
Marino, R. (2008). Ridere è una cosa seria. Come non si possono apprendere le cose serie senza conoscere il loro contrario. In Ugo Cardinale (a cura di), AA.VV., Nuove chiavi per insegnare il classico (pp. 494-516). Torino : UTET Università.
Ridere è una cosa seria. Come non si possono apprendere le cose serie senza conoscere il loro contrario
MARINO, Rosanna
2008-01-01
Abstract
L'analisi della trattazione ciceroniana sul ridicolo (Cic. de oratore II, 216-285) vuole descrivere le coordinate generali di una proposta didattica in cui la rilevanza culturale del testo latino emerge dall'intreccio della logica della sintassi e della logica del contenuto. Nel corpus testuale analizzato si mette in rilievo la dipendenza del ridicolo da meccanismi pragmatici che regolano l'atto della comunicazione e la sua stretta connessione con i codici socioculturali e linguistici della comunità che lo esprime.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ridere è una cosa seria.pdf
Solo gestori archvio
Dimensione
1.87 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.87 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.