Stare a dieta è un modo di vivere, tutti stiamo in qualche modo in una dieta. A tavola siamo sempre più circondati da tribù di foodies in qualche regime particolare (senza glutine, senza carne né pesce, senza lattosio, senza sale, solo per citarne pochissimi) e cucinare è diventato un districarsi tra esigenze e capricci, bisogni e voluttà dei convitati. Non ci cureremo in questo saggio delle motivazioni che, in linea di principio, stanno alla base delle scelte alimentari, se siano dettate da bisogni fisici, quindi “reali” e “funzionali”, come nel caso di chi soffre di intolleranze o altri disturbi di salute, oppure se siano guidate da decisioni esistenziali (vegetariani, vegani, crudisti ecc.) o temporanee urgenze estetiche, perché capita di frequente ormai che le fondamenta di queste scelte si invertano e che, ad esempio, il “senza glutine” diventi una moda e il vegetarianesimo sia caldeggiato da raccomandazioni mediche. Prenderemo in considerazione alcune delle più celebri diete dimagranti, le classiche diete che hanno in comune, seppur con specifiche differenze, l’obiettivo di far raggiungere il peso ideale: prenderemo in esame solo alcune delle diete più note del panorama attuale, tra cui Zona, Weight Watchers, Dukan, Tisanoreica e diete dissociate. Ciascuna di esse si caratterizza per avere un proprio metodo, per essere strutturata in formule e fasi specifiche e per essere accompagnata da un apparato comunicativo ampio e complesso (manuali, libri, ricettari, siti web, pubblicità, logo ecc.), da cui si attingerà di volta in volta per l’analisi. Inoltre, come emergerà dall’analisi, ognuna di queste diete permette di evidenziare in maniera esemplare un certo modo di intendere la dieta e, con essa, il tipo di persona che la segue. Non verranno esaminate filosofie alimentari come vegetarianesimo, veganesimo, crudismo e così via, né regimi di alimentazione a base religiosa. Ciò non significa che a fondamento dei regimi dimagranti non si possano scoprire filosofie di vita, concezioni del corpo, modi di essere, ovvero forme profonde che in maniera più o meno consapevole abbracciamo nel momento in cui decidiamo di intraprendere un percorso dimagrante.

ilaria ventura bordenca (2014). Questa non è una dieta. Linguaggi e strategie del dimagrimento. In G. Marrone (a cura di), Buono da pensare. cultura e comunicazione del gusto (pp. 199-232). Roma : Carocci.

Questa non è una dieta. Linguaggi e strategie del dimagrimento

ilaria ventura bordenca
2014-01-01

Abstract

Stare a dieta è un modo di vivere, tutti stiamo in qualche modo in una dieta. A tavola siamo sempre più circondati da tribù di foodies in qualche regime particolare (senza glutine, senza carne né pesce, senza lattosio, senza sale, solo per citarne pochissimi) e cucinare è diventato un districarsi tra esigenze e capricci, bisogni e voluttà dei convitati. Non ci cureremo in questo saggio delle motivazioni che, in linea di principio, stanno alla base delle scelte alimentari, se siano dettate da bisogni fisici, quindi “reali” e “funzionali”, come nel caso di chi soffre di intolleranze o altri disturbi di salute, oppure se siano guidate da decisioni esistenziali (vegetariani, vegani, crudisti ecc.) o temporanee urgenze estetiche, perché capita di frequente ormai che le fondamenta di queste scelte si invertano e che, ad esempio, il “senza glutine” diventi una moda e il vegetarianesimo sia caldeggiato da raccomandazioni mediche. Prenderemo in considerazione alcune delle più celebri diete dimagranti, le classiche diete che hanno in comune, seppur con specifiche differenze, l’obiettivo di far raggiungere il peso ideale: prenderemo in esame solo alcune delle diete più note del panorama attuale, tra cui Zona, Weight Watchers, Dukan, Tisanoreica e diete dissociate. Ciascuna di esse si caratterizza per avere un proprio metodo, per essere strutturata in formule e fasi specifiche e per essere accompagnata da un apparato comunicativo ampio e complesso (manuali, libri, ricettari, siti web, pubblicità, logo ecc.), da cui si attingerà di volta in volta per l’analisi. Inoltre, come emergerà dall’analisi, ognuna di queste diete permette di evidenziare in maniera esemplare un certo modo di intendere la dieta e, con essa, il tipo di persona che la segue. Non verranno esaminate filosofie alimentari come vegetarianesimo, veganesimo, crudismo e così via, né regimi di alimentazione a base religiosa. Ciò non significa che a fondamento dei regimi dimagranti non si possano scoprire filosofie di vita, concezioni del corpo, modi di essere, ovvero forme profonde che in maniera più o meno consapevole abbracciamo nel momento in cui decidiamo di intraprendere un percorso dimagrante.
2014
Settore M-FIL/05 - Filosofia E Teoria Dei Linguaggi
ilaria ventura bordenca (2014). Questa non è una dieta. Linguaggi e strategie del dimagrimento. In G. Marrone (a cura di), Buono da pensare. cultura e comunicazione del gusto (pp. 199-232). Roma : Carocci.
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