Memory and presence of thólos in architecture

The stones, with theirtestimony, document the roleplayed by some men in the large scenario of events. The thóloi, stonearchitectures, probably from the Greek-archaic, Etruscan and then Roman origins, are widespreadthroughout the Mediterraneanbasin, even in distantterritories (Greece, Armenia, Cappadocia, Iran, Tunisia, Italy) and Sicilyretains more of anyother (the Gurfa, in the countryside of Alia, is the largestthólos in the Mediterranean), evidence of mythicaltimesthattell of the presence of Daedalus. Thesearchitectures, oftenduginto the mountains (places in themselvessacred), initiallyintended for ritual and sepulchralfunctions, express the spirit of sacrifice (asRuskinwouldsay) and valuesthathavehadcontinuity in the history of architecture. The thóloirepresentuniversalconcepts and archetypalprinciples: the idea of refuge, of excavation, of light, of sacredness. Otherrelatedthemesconcern the idea of materiality and duration expressed by the presence and use of lithicmaterials, the sense of decor, the tensionbetweenearth and sky, the relationshipbetween human and divine. Otherquestionsalsoconcernimportantspatialprinciples: the central plan, the bell-shapedstructure and the dome, the verticality and the zenithal light (whichmaterialize the axis mundi), the excavatedspace. Theseconcepts, present in contemporaryarchitecture, update the memory and the poetics of the thólos.

Il thòlos, architettura di pietra dall’origine antichissima (probabilmente greco-arcaica, quindi etrusca e poi romana) è diffuso nell’intero bacino mediterraneo in territori anche distanti (Grecia, Armenia, Cappadocia, Iran, Tunisia, Italia); la Sicilia ne conserva più di ogni altro (la Gurfa di Alia, nelle campagne interne dell’Isola, è la più grande del Mediterraneo) e, nel loro insieme, rappresentano la memoria di epoche mitiche e di personaggi favolosi come Dedalo. Nel loro insieme i thòloi costruiscono una trama di città invisibili in cui si coniugano strategie progettuali-costruttive che dall’antichità sono giunte sino a noi: quasi sempre scavate dentro montagne (luoghi di per sé sacri), destinati inizialmente a funzioni rituali o sepolcrali, esprimono lo spirito del sacrificio (come direbbe Ruskin) e, soprattutto, valori che hanno avuto continuità nella storia dell’architettura fino a rappresentare concetti universali e principi spaziali: l’idea del rifugio, il tema della sottrazione, il potere della luce, l’aspirazione all’essenzialità. Altri aspetti rimandano alla durata della forma e della materia (accentuata dalla natura litica della costruzione), all’appartenenza dell’uomo alla terra e, nello stesso tempo, al suo desiderio di essere cielo che si traduce nella tensione tra umano e divino. I principi spaziali di questa presenza, attraverso la definizione di una vera e propria poetica, attualizzano nell’architettura contemporanea la memoria del thòlos.