La nuova sfida rappresentata dalla condizione dei minori migranti necessita di un’attenzione massima sotto il profilo etico ed educativo. Come confermato dalle ricerche più recenti, i minori appartenenti a famiglie migranti rappresentano una categoria vulnerabile. In particolare, il contributo intende indagare l’esperienza educativa nelle famiglie transnazionali. Succede, infatti, che in proporzioni crescenti, le donne migranti partono per svolgere un lavoro domestico salariato nei paesi d’accoglienza, lasciando nel paese d’origine i propri figli alle cure di caregiver sostitutivi. Secondo una lettura pedagogica, una relazione a distanza tra genitori e figli, che spesso precede il ricongiungimento familiare, comporta il rischio di ferite educative per i minori, privati a lungo dell’intimità di una relazione in cui si può contare sulla presenza fisica del genitore. Al cuore della riflessione alcune domande: che cosa si perde e che cosa viene conservato nel legame tra genitori e figli in una relazione di “prossimità a distanza”? Quali le possibili ferite educative dei minori coinvolti in una relazione che sembra rispondere ad un bisogno educativo di dignità, sacrificando la risposta ad un bisogno d’intimità? E, soprattutto, quale impegno educativo per aiutare questi minori ad affrontare il successivo ricongiungimento familiare?

Maria Vinciguerra (2015). Minori stranieri e famiglie transnazionali. Il significato di una relazione a distanza. In Pedagogia militante.Diritti, culture, territori. Atti del 29° convegno nazionale SIPED (pp. 370-376). Pisa : Edizioni ETS.

Minori stranieri e famiglie transnazionali. Il significato di una relazione a distanza

Maria Vinciguerra
2015-01-01

Abstract

La nuova sfida rappresentata dalla condizione dei minori migranti necessita di un’attenzione massima sotto il profilo etico ed educativo. Come confermato dalle ricerche più recenti, i minori appartenenti a famiglie migranti rappresentano una categoria vulnerabile. In particolare, il contributo intende indagare l’esperienza educativa nelle famiglie transnazionali. Succede, infatti, che in proporzioni crescenti, le donne migranti partono per svolgere un lavoro domestico salariato nei paesi d’accoglienza, lasciando nel paese d’origine i propri figli alle cure di caregiver sostitutivi. Secondo una lettura pedagogica, una relazione a distanza tra genitori e figli, che spesso precede il ricongiungimento familiare, comporta il rischio di ferite educative per i minori, privati a lungo dell’intimità di una relazione in cui si può contare sulla presenza fisica del genitore. Al cuore della riflessione alcune domande: che cosa si perde e che cosa viene conservato nel legame tra genitori e figli in una relazione di “prossimità a distanza”? Quali le possibili ferite educative dei minori coinvolti in una relazione che sembra rispondere ad un bisogno educativo di dignità, sacrificando la risposta ad un bisogno d’intimità? E, soprattutto, quale impegno educativo per aiutare questi minori ad affrontare il successivo ricongiungimento familiare?
2015
978-884674372-5
Maria Vinciguerra (2015). Minori stranieri e famiglie transnazionali. Il significato di una relazione a distanza. In Pedagogia militante.Diritti, culture, territori. Atti del 29° convegno nazionale SIPED (pp. 370-376). Pisa : Edizioni ETS.
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