La ri-mediazione digitale e la dissolvenza dell’io nel Photojournal di Annie Ernaux

The aim of the paper is the analysis of the Photojournal, an autobiographical photo-text dispositiv that Annie Ernaux composes as a preface to the volume of her works, Écrire la vie (Gallimard, 2011). The biographical section of the volume becomes an autobiographical premise, where the author combines 70 photos and 100 passages from her journals to explain the reasons of her writing. The pictures illustrate the material reality and the diaries express the subjective reality: two conditions that allowed the writing of the author's works. The analysis of the phototextual composition highlighted two depth effects: the palimpsest and the collage. Through the layers overlapping of the documents reproduced, Ernaux translates into the space of the pages, the time of the autobiographical narration (as well as in the prose of Les Années, 2008).The digital remediation of the diaries allows to Ernaux to reconstruct a continuously evolving self, a nomadic being always shifting from a passage another. Through the computer screen Ernaux not only is reflected in her past, but she finds a “Display of One's Own”, which continue the research on the impersonal form of autobiographical narration and the fade out of the self.

Scopo del contributo è l’analisi del Photojournal, un dispositivo fototestuale autobiografico che Annie Ernaux compone come premessa al volume delle sue opere, Écrire la vie (Gallimard, 2011). La sezione biografica del volume diventa una premessa autobiografica, dove l’autrice compone 70 foto e 100 brani dei suoi diari per spiegare le ragioni della sua scrittura. Le foto illustrano la realtà materiale e i diari esprimono la realtà soggettiva: le due condizioni che hanno permesso la scrittura delle opere dell’autrice. L’analisi della composizione fototestuale ha messo in rilievo due effetti di profondità: il palinsesto e il collage. Attraverso le sovrapposizioni degli strati dei documenti riprodotti, Ernaux traduce nello spazio delle pagine, il tempo della narrazione autobiografica (come nella versione in prosa Les Années, 2008). La ri-mediazione digitale dei diari ha permesso ad Ernaux di ricostruire un sé in continuo divenire, un essere nomade e sempre in transito da un passaggio ad un altro. Attraverso lo schermo del computer Ernaux non soltanto si rispecchia nel suo passato, ma ritrova “un displaytutto per sé”, grazie al quale continuare la ricerca della forma impersonale della narrazione autobiografica come dissolvenza dell’io.