Il lavoro qui presentato ha per oggetto il restauro di un frammento di tarsia marmorea rappresentante uno scheletro, probabilmente in origine collocato all’interno di una cripta o facente parte di un cenotafio o di un monumento sepolcrale, custodito all’interno dei depositi della Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo. Della scultura ad alto rilievo, in marmo di Carrara, non si hanno notizie documentarie certe circa l’anno di realizzazione e l’autore, pur potendosi collocare, per lettura analogica con produzioni simili per stile e destinazione, attorno al XVII secolo. Inoltre, l’attento studio dei materiali costitutivi ha permesso di aggiungere un tassello importante alla comprensione delle decorazioni scultoree con soggetto devozionale di questo genere che costituisce un esempio tipico dello spirito della Controriforma, oltre ad offrire un momento di contatto con la perizia di esecuzione ed estro compositivo. L’evidenza delle problematiche conservative che caratterizzano l’opera, in particolare la presenza estesa di colofonia sulla superficie ed il distacco di diversi frammenti, hanno richiesto un particolare approfondimento delle proprietà chimico-fisiche e caratteristiche adesive dell’antica e ben nota resina naturale, utilizzata per secoli come adesivo o componente di vernici. Lo studio sperimentale ha previsto un’accurata raccolta di notizie da fonti storiche sull’uso della colofonia per la realizzazione ed il restauro di opere d’arte, insieme all’analisi delle caratteristiche chimiche e fisiche dei materiali principalmente impiegati. La sperimentazione ha previsto la verifica ed il confronto delle proprietà della colofonia naturale insieme a due formulati le cui caratteristiche ne suggeriscono l’uso come adesivi: la colofonia di produzione sintetica ed una resina polivinilica, il Mowital B60HH. I formulati sono stati testati su campioni di marmo, anche con l’aggiunta di Metil-Cellulosa ed analizzati attraverso le tecniche DMA - Dynamic Mechanical Analysis, DSC - Differential Scanning Calorimeter, prove meccaniche a compressione, test di solubilità. Le verifiche sono state eseguite sui campioni prima e dopo invecchiamento artificiale. La finalità della sperimentazione è quella di individuare il formulato più idoneo per l’applicazione su caso reale, valutando, oltre alle caratteristiche strettamente chimico-fisiche, anche la facilità di applicazione e la reversibilità dei materiali testati. Al fine di garantire la fruizione al pubblico dell’opera oggetto di caso studio, si propone, inoltre, la realizzazione di un museo virtuale attraverso le nuove tecnologie digitali in 3D in modo tale da non apporre alcuna modifica all’allestimento museale della Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, progettato dall’architetto Carlo Scarpa negli anni ’50, diventato parte integrante della storicità del museo.
Barcellona, V., Costa, E., Lazzara, G., Megna, B. (2017). Il restauro dello "Scheletro in marmi mischi" della Galleria Abatellis: dalla colofonia naturale ai prodotti di sintesi. Sperimentazione di formulati adesivi per elementi marmorei. In Lo Stato dell'Arte 15 (pp. 477-485). Firenze : Nardini.
Il restauro dello "Scheletro in marmi mischi" della Galleria Abatellis: dalla colofonia naturale ai prodotti di sintesi. Sperimentazione di formulati adesivi per elementi marmorei
Costa Eliana;Lazzara Giuseppe;Megna Bartolomeo
2017-01-01
Abstract
Il lavoro qui presentato ha per oggetto il restauro di un frammento di tarsia marmorea rappresentante uno scheletro, probabilmente in origine collocato all’interno di una cripta o facente parte di un cenotafio o di un monumento sepolcrale, custodito all’interno dei depositi della Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo. Della scultura ad alto rilievo, in marmo di Carrara, non si hanno notizie documentarie certe circa l’anno di realizzazione e l’autore, pur potendosi collocare, per lettura analogica con produzioni simili per stile e destinazione, attorno al XVII secolo. Inoltre, l’attento studio dei materiali costitutivi ha permesso di aggiungere un tassello importante alla comprensione delle decorazioni scultoree con soggetto devozionale di questo genere che costituisce un esempio tipico dello spirito della Controriforma, oltre ad offrire un momento di contatto con la perizia di esecuzione ed estro compositivo. L’evidenza delle problematiche conservative che caratterizzano l’opera, in particolare la presenza estesa di colofonia sulla superficie ed il distacco di diversi frammenti, hanno richiesto un particolare approfondimento delle proprietà chimico-fisiche e caratteristiche adesive dell’antica e ben nota resina naturale, utilizzata per secoli come adesivo o componente di vernici. Lo studio sperimentale ha previsto un’accurata raccolta di notizie da fonti storiche sull’uso della colofonia per la realizzazione ed il restauro di opere d’arte, insieme all’analisi delle caratteristiche chimiche e fisiche dei materiali principalmente impiegati. La sperimentazione ha previsto la verifica ed il confronto delle proprietà della colofonia naturale insieme a due formulati le cui caratteristiche ne suggeriscono l’uso come adesivi: la colofonia di produzione sintetica ed una resina polivinilica, il Mowital B60HH. I formulati sono stati testati su campioni di marmo, anche con l’aggiunta di Metil-Cellulosa ed analizzati attraverso le tecniche DMA - Dynamic Mechanical Analysis, DSC - Differential Scanning Calorimeter, prove meccaniche a compressione, test di solubilità. Le verifiche sono state eseguite sui campioni prima e dopo invecchiamento artificiale. La finalità della sperimentazione è quella di individuare il formulato più idoneo per l’applicazione su caso reale, valutando, oltre alle caratteristiche strettamente chimico-fisiche, anche la facilità di applicazione e la reversibilità dei materiali testati. Al fine di garantire la fruizione al pubblico dell’opera oggetto di caso studio, si propone, inoltre, la realizzazione di un museo virtuale attraverso le nuove tecnologie digitali in 3D in modo tale da non apporre alcuna modifica all’allestimento museale della Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, progettato dall’architetto Carlo Scarpa negli anni ’50, diventato parte integrante della storicità del museo.File | Dimensione | Formato | |
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