Contentio honestissima e certamen nequitiae nelle opere di Seneca

In De beneficiis (I 4.3-4; III 21-22; V. 1-5), Seneca uses the contentio-motif to represent the virtuous mechanism he suggests to employ in the praxis of benefits, in which the defeat is never considered shameful. According to the most recent studies on the treatise (especially, see the works of G. Picone, R. R. Marchese e R. Raccanelli), this pattern does not invalidate the social inequalities of the asymmetric relationships, but it offers a positive model of behaviour, consisting in a form of virtuous alternation. Thus, in the light of the anthropological studies on gift-giving and reciprocity in the Roman society, the paper aims to compare the dynamic of contentio honestissima with the certamen nequitiae, by which Seneca represents the praxis of offence and revenge in De ira (II 9.1; II 34.5) and in his tragedies. In the dramas, the certamen motif concerns the agonistic attitude towards previous generations and it’s set up as a “vertical competition” in crimes (Thy. 18-32; Phoen. 331-339; Phaedr. 142-144; 686-688), with the only exception of Medea, who competes with herself trying to overcome the scelera she made when she was a virgo (Med. 48-55; 116-130). Therefore, owing to the lack of specific studies in this respect, such a comparison may be useful to investigate the pattern of contentio and its meaning in Latin literature and, specifically, in Seneca’s works.

Nel De beneficiis (I 4.3-4; III 21-22; V. 1-5), Seneca si serve del motivo della contentio per rappresentare il meccanismo virtuoso che suggerisce di impiegare nella prassi dei benefici, in cui la sconfitta non è mai considerata vergognosa. Come mostrano i più recenti studi sul trattato (in particolare, i contributi a cura di G. Picone, R. R. Marchese e R. Raccanelli), questo modulo non vanifica le diseguaglianze sociali delle relazioni asimmetriche, ma offre un modello di comportamento positivo consistente in una forma di alternanza virtuosa. Così, alla luce degli studi antropologici sul dono e sulla reciprocità nella società romana, il contributo si propone di mettere a confronto la dinamica della contentio honestissima con il certamen nequitiae attraverso il quale Seneca rappresenta le prassi di offesa e vendetta nel De ira (II 9.1; II 34.5) e nelle sue tragedie. Nei drammi, il motivo del certamen riguarda l’atteggiamento agonistico nei confronti delle generazioni precedenti e si configura come una “competizione verticale” nel delitto (Thy. 18-32; Phoen. 331-339; Phaedr. 142-144; 686-688), con la sola eccezione di Medea, che gareggia con se stessa, nel tentativo di superare gli scelera compiuti da virgo (Med. 48-55; 116-130). Pertanto, data l’assenza di studi specifici al riguardo, un simile approccio comparativo potrà rivelarsi utile per studiare il modello della contentio e i suoi significati nella letteratura latina e, specificamente, nelle opere senecane.