La rappresentanza oggetto di questo articolo non è quella più frequentemente indagata dei parlamenti, ma quella costituita dalla parola e dall’azione di quanti, ufficiali, consiglieri, cittadini genericamente influenti, possono intervenire in nome della comunità intera e degli altri cittadini; è insomma quello della rappresentanza interna alle singole comunità. In entrambi i regni dell’Italia meridionale è evidente, a partire dagli anni 70 del XIII secolo, il netto rafforzamento dell’autonomia delle comunità locali (delle universitates) rispetto al periodo precedente, e dunque l’aumento del peso istituzionale del governo locale e dei gruppi dirigenti in esso coinvolti. Nello stesso tempo Le forme della rappresentanza variano molto: alle due domande fondamentali (da chi devono essere eletti i magistrati? Qual è la comunità idonea a eleggere e come è composta?) in Sicilia e nel Mezzogiorno angioino si danno risposte diverse. Nelle città del regno di Sicilia citra pharum (e poi regno di Napoli) la selezione avviene a partire da associazioni più o meno formalizzate di cittadini, di tipo sociale (nobili e popolari, quella più frequente) o topografico-sociale (tocchi, seggi, piazze), della cui esistenza non c’è traccia invece in Sicilia, dove i canali della partecipazione appaiono molto meno formalizzati.
Mineo, E. (2017). «Faire l’université». Délimitation et représentation de la communauté dans les villes de l’Italie méridionale (XIVe-XVe siècles). In J. Genet, D. Le Page, O. Mattéoni (a cura di), Consensus et représentation (pp. 497-509). Paris : Publications de la Sorbonne.
«Faire l’université». Délimitation et représentation de la communauté dans les villes de l’Italie méridionale (XIVe-XVe siècles)
MINEO, Ennio
2017-01-01
Abstract
La rappresentanza oggetto di questo articolo non è quella più frequentemente indagata dei parlamenti, ma quella costituita dalla parola e dall’azione di quanti, ufficiali, consiglieri, cittadini genericamente influenti, possono intervenire in nome della comunità intera e degli altri cittadini; è insomma quello della rappresentanza interna alle singole comunità. In entrambi i regni dell’Italia meridionale è evidente, a partire dagli anni 70 del XIII secolo, il netto rafforzamento dell’autonomia delle comunità locali (delle universitates) rispetto al periodo precedente, e dunque l’aumento del peso istituzionale del governo locale e dei gruppi dirigenti in esso coinvolti. Nello stesso tempo Le forme della rappresentanza variano molto: alle due domande fondamentali (da chi devono essere eletti i magistrati? Qual è la comunità idonea a eleggere e come è composta?) in Sicilia e nel Mezzogiorno angioino si danno risposte diverse. Nelle città del regno di Sicilia citra pharum (e poi regno di Napoli) la selezione avviene a partire da associazioni più o meno formalizzate di cittadini, di tipo sociale (nobili e popolari, quella più frequente) o topografico-sociale (tocchi, seggi, piazze), della cui esistenza non c’è traccia invece in Sicilia, dove i canali della partecipazione appaiono molto meno formalizzati.File | Dimensione | Formato | |
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