Come è noto, la legge di riforma n° 107/15 ha introdotto l’obbligo di organizzare periodi di alternanza scuola-lavoro per tutti gli alunni nell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado, comprendendo specificamente, sebbene per un periodo più ridotto, i licei. Si tratta di una forma di esperienza già prevista dalla normativa scolastica degli ultimi 20 anni, consolidata negli istituti tecnici e professionali ma spesso trascurata (se non osteggiata) all’interno dei percorsi liceali. Non è affatto peregrino accostare queste forme di esperienza guidata allo sviluppo delle competenze orientative negli adolescenti: è di fatto lo stesso decreto a farne richiamo, quando al suo articolo 33 scrive che tali percorsi vanno attivati “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti”, e quando, nelle premesse al bando per la realizzazione di progetti finanziati, viene richiesto di realizzare esperienze in grado di “connotarsi di una forte dimensione innovativa, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, anche l’acquisizione di maggiori competenze per l’occupabilità e l’auto-imprenditorialità”. Sebbene appaia ovvio, per qualsiasi individuo operante nell’area della educazione, come non sia sufficiente realizzare le condizioni di una esperienza di incontro tra giovani allievi e realtà lavorative per sviluppare le competenze orientative, ad oggi sembrano poche le strutture scolastiche che abbiano realizzato attività propedeutiche alla realizzazione delle esperienze. Certamente complici di tale mancanza sono le sempre più gravi carenze di risorse economiche che caratterizzano gli istituti scolastici: al netto di queste, va però segnalata una diffusa e consolidata sottovalutazione dei modelli di intervento orientativo che possano consentire di evitare la attuale aleatorietà nella assegnazione degli individui (quasi sempre organizzati per classi) alle differenti esperienze lavorative. Finalità del presente intervento è quella di, partendo dalla riflessione offerta dai resoconti delle esperienze di alcune scuole italiane, favorire una riflessione su possibili modelli di intervento che consentano di rendere la esperienza davvero significativa e produttiva per il più alto numero di soggetti coinvolti.

Pace, F. (2016). Alternanza scuola-lavoro e sviluppo di competenze orientative: la sfida delle istituzioni scolastiche tra vincoli e possibilità. In L’età dell’incertezza: Orientamento e Life Design nel 21° secolo.

Alternanza scuola-lavoro e sviluppo di competenze orientative: la sfida delle istituzioni scolastiche tra vincoli e possibilità

PACE, Francesco
2016-01-01

Abstract

Come è noto, la legge di riforma n° 107/15 ha introdotto l’obbligo di organizzare periodi di alternanza scuola-lavoro per tutti gli alunni nell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado, comprendendo specificamente, sebbene per un periodo più ridotto, i licei. Si tratta di una forma di esperienza già prevista dalla normativa scolastica degli ultimi 20 anni, consolidata negli istituti tecnici e professionali ma spesso trascurata (se non osteggiata) all’interno dei percorsi liceali. Non è affatto peregrino accostare queste forme di esperienza guidata allo sviluppo delle competenze orientative negli adolescenti: è di fatto lo stesso decreto a farne richiamo, quando al suo articolo 33 scrive che tali percorsi vanno attivati “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti”, e quando, nelle premesse al bando per la realizzazione di progetti finanziati, viene richiesto di realizzare esperienze in grado di “connotarsi di una forte dimensione innovativa, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, anche l’acquisizione di maggiori competenze per l’occupabilità e l’auto-imprenditorialità”. Sebbene appaia ovvio, per qualsiasi individuo operante nell’area della educazione, come non sia sufficiente realizzare le condizioni di una esperienza di incontro tra giovani allievi e realtà lavorative per sviluppare le competenze orientative, ad oggi sembrano poche le strutture scolastiche che abbiano realizzato attività propedeutiche alla realizzazione delle esperienze. Certamente complici di tale mancanza sono le sempre più gravi carenze di risorse economiche che caratterizzano gli istituti scolastici: al netto di queste, va però segnalata una diffusa e consolidata sottovalutazione dei modelli di intervento orientativo che possano consentire di evitare la attuale aleatorietà nella assegnazione degli individui (quasi sempre organizzati per classi) alle differenti esperienze lavorative. Finalità del presente intervento è quella di, partendo dalla riflessione offerta dai resoconti delle esperienze di alcune scuole italiane, favorire una riflessione su possibili modelli di intervento che consentano di rendere la esperienza davvero significativa e produttiva per il più alto numero di soggetti coinvolti.
2016
Alternanza scuola.lavoro, orientamento
Pace, F. (2016). Alternanza scuola-lavoro e sviluppo di competenze orientative: la sfida delle istituzioni scolastiche tra vincoli e possibilità. In L’età dell’incertezza: Orientamento e Life Design nel 21° secolo.
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