Il nuovo corso politico dell’Italia unitaria richiedeva a Palermo e ad ogni città di confrontarsi con le altre, di impegnarsi in opere infrastrutturali e nuove architetture pubbliche per inseguire il miraggio di una qualificazione di modernità. Il ferro ed i nuovi materiali conquistavano rapidamente spazio, grazie alla leggerezza e alle loro enormi potenzialità, a spese del legno, della pietra e di tecniche costruttive collaudate, con pratiche spesso sperimentali che soltanto dopo molti anni sarebbero divenute affidabili. Gli sviluppi della siderurgia applicata alla costruzione architettonica, specie nelle aree anglosassoni e francesi, con nuovi linguaggi e forme non convenzionali, raggiungevano ogni parte del mondo occidentale grazie ai rapporti politici, culturali e commerciali, uniti alla pubblicità offerta dalle grandi Esposizioni. Se per le strutture in ferro meno impegnative o di complemento (serre, lucernari, pensiline, scale) in area palermitana si ricorreva, spesso su catalogo, ad elementi interamente realizzati all’estero, in particolare in Francia, per le opere più impegnative i tecnici locali poterono contare sul contributo di alcune realtà produttive che andavano maturando l’esperienza acquisita nel campo della costruzione metallica e nei cantieri navali. Si analizzano le opere di maggiore rilievo realizzate a Palermo in quegli anni, dalle complesse coperture dei due teatri maggiori alle tettoie delle strutture commerciali comunali: opere queste che vedono impegnati i migliori tecnici della città ed alimentarono un dibattito che esaminava criticamente gli aspetti formali, statici e costruttivi.

Campisi, T., Fatta, G., Vinci, C. (2016). La costruzione metallica nella Palermo del XIX secolo. In C. Mazzoli, D. Prati (a cura di), Colloqui.AT.e 2015. L'evoluzione del sapere in Architettura tecnica (pp. 655-662). Bologna : Maggioli.

La costruzione metallica nella Palermo del XIX secolo

CAMPISI, Tiziana;FATTA, Giovanni;VINCI, Calogero
2016-01-01

Abstract

Il nuovo corso politico dell’Italia unitaria richiedeva a Palermo e ad ogni città di confrontarsi con le altre, di impegnarsi in opere infrastrutturali e nuove architetture pubbliche per inseguire il miraggio di una qualificazione di modernità. Il ferro ed i nuovi materiali conquistavano rapidamente spazio, grazie alla leggerezza e alle loro enormi potenzialità, a spese del legno, della pietra e di tecniche costruttive collaudate, con pratiche spesso sperimentali che soltanto dopo molti anni sarebbero divenute affidabili. Gli sviluppi della siderurgia applicata alla costruzione architettonica, specie nelle aree anglosassoni e francesi, con nuovi linguaggi e forme non convenzionali, raggiungevano ogni parte del mondo occidentale grazie ai rapporti politici, culturali e commerciali, uniti alla pubblicità offerta dalle grandi Esposizioni. Se per le strutture in ferro meno impegnative o di complemento (serre, lucernari, pensiline, scale) in area palermitana si ricorreva, spesso su catalogo, ad elementi interamente realizzati all’estero, in particolare in Francia, per le opere più impegnative i tecnici locali poterono contare sul contributo di alcune realtà produttive che andavano maturando l’esperienza acquisita nel campo della costruzione metallica e nei cantieri navali. Si analizzano le opere di maggiore rilievo realizzate a Palermo in quegli anni, dalle complesse coperture dei due teatri maggiori alle tettoie delle strutture commerciali comunali: opere queste che vedono impegnati i migliori tecnici della città ed alimentarono un dibattito che esaminava criticamente gli aspetti formali, statici e costruttivi.
2016
Campisi, T., Fatta, G., Vinci, C. (2016). La costruzione metallica nella Palermo del XIX secolo. In C. Mazzoli, D. Prati (a cura di), Colloqui.AT.e 2015. L'evoluzione del sapere in Architettura tecnica (pp. 655-662). Bologna : Maggioli.
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