Nel 2006 durante un inusuale, a quel tempo, quanto interessante seminario di studi sui temi della rappresentazione, Franco Purini, invitato a inaugurare i lavori, ha volto il suo sguardo ad alcune nuove riflessioni sul disegno ampliando un proprio precedente, e tuttora ‘veritiero’, punto di vista. Nel 1979, ventisette anni prima, il catalogare, il rappresentare e l’immaginare, oscillando e relazionandosi tra loro con diverse intensità, definivano il ‘luogo triangolare’ del disegno strutturandolo analogamente alla triade vitruviana utilitas, firmitas, venustas; questa illuminata metafora faceva sì che il disegno stesso, nel senso della sua potenza ideatrice, coincideva con le parole vitruviane sull’architettura: haec autem ita fieri debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitatis, venustatis. Firmitas erit habita ratio, cum fuerit fundamentorum al solidum depressio, quaque e materia, copiarum sine avaritia diligens electio; utilitas autem, emendata et sine inpeditione usus loco rum dispositivo et ad regiones sui cuisque generis apta et commoda distributio; venustatis vero, cum fuerit operis species grata et elegans membrorumque commensus iustas hebeat symmetriarum ratiocinationes.
Maggio, F. (2015). La centralità di un 'punto di vista'. In Visualità: idee per la rappresentazione 7 (pp. 219-227). Roma : Artegrafica.
La centralità di un 'punto di vista'
MAGGIO, Francesco
2015-01-01
Abstract
Nel 2006 durante un inusuale, a quel tempo, quanto interessante seminario di studi sui temi della rappresentazione, Franco Purini, invitato a inaugurare i lavori, ha volto il suo sguardo ad alcune nuove riflessioni sul disegno ampliando un proprio precedente, e tuttora ‘veritiero’, punto di vista. Nel 1979, ventisette anni prima, il catalogare, il rappresentare e l’immaginare, oscillando e relazionandosi tra loro con diverse intensità, definivano il ‘luogo triangolare’ del disegno strutturandolo analogamente alla triade vitruviana utilitas, firmitas, venustas; questa illuminata metafora faceva sì che il disegno stesso, nel senso della sua potenza ideatrice, coincideva con le parole vitruviane sull’architettura: haec autem ita fieri debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitatis, venustatis. Firmitas erit habita ratio, cum fuerit fundamentorum al solidum depressio, quaque e materia, copiarum sine avaritia diligens electio; utilitas autem, emendata et sine inpeditione usus loco rum dispositivo et ad regiones sui cuisque generis apta et commoda distributio; venustatis vero, cum fuerit operis species grata et elegans membrorumque commensus iustas hebeat symmetriarum ratiocinationes.File | Dimensione | Formato | |
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