In Italia, la prima legge riguardante i beni storico-paesaggistici è stata emanata nel 1922. Nonostante questa rappresenti un risultato significativo per quei tempi, in quanto ai contenuti, rimane lontana dal cogliere la completa essenza del paesaggio. Ancora oggi, molte politiche e iniziative per la protezione del paesaggio appaiono viziate dall’originaria impostazione della disciplina, trascurando i valori legati alla biodiversità e ai servizi ecosistemici, fondamentali per la conservazione dei paesaggi tradizionali e per la stessa sopravvivenza della specie umana. L’articolo sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza del ruolo funzionale esercitato dall’agricoltura, intesa come legame tra sistemi ecologici e tecnologici. Bisogna mirare a una strategia condivisa e integrata per l’agricoltura multifunzionale, rivisitando gli obiettivi generali di crescita e sviluppo, di conservazione e innovazione su cui essa deve fondarsi. In tal senso, la piena integrazione della Valutazione Ambientale Strategica nei processi di pianificazione si configura come un possibile metodo per la costruzione di un quadro di riferimento in cui le politiche di promozione dello sviluppo, di tutela e valorizzazione del paesaggio siano in grado di lavorare in maniera sinergica. Queste osservazioni portano ad alcune conclusioni finali sulla logica di rete che dovrebbe animare il processo di integrazione della valutazione nella pianificazione, insieme ad alcune riflessioni sul programma italiano per le aree interne.
Guarino, R., Cutaia, F., Menegoni, P., Trombino, G. (2015). La disintegrazione del paesaggio rurale. In V. Giacanelli, R. Guarino, P. Menegoni, S. Pignatti (a cura di), Sistemi ambientali e Rete Natura 2000 della Regione Basilicata: scoprire e proteggere gli ambienti naturali e i paesaggi culturali della Lucania" (pp. 87-92). Regione Basilicata.
La disintegrazione del paesaggio rurale
GUARINO, Riccardo;CUTAIA, Fabio;TROMBINO, Giuseppe
2015-01-01
Abstract
In Italia, la prima legge riguardante i beni storico-paesaggistici è stata emanata nel 1922. Nonostante questa rappresenti un risultato significativo per quei tempi, in quanto ai contenuti, rimane lontana dal cogliere la completa essenza del paesaggio. Ancora oggi, molte politiche e iniziative per la protezione del paesaggio appaiono viziate dall’originaria impostazione della disciplina, trascurando i valori legati alla biodiversità e ai servizi ecosistemici, fondamentali per la conservazione dei paesaggi tradizionali e per la stessa sopravvivenza della specie umana. L’articolo sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza del ruolo funzionale esercitato dall’agricoltura, intesa come legame tra sistemi ecologici e tecnologici. Bisogna mirare a una strategia condivisa e integrata per l’agricoltura multifunzionale, rivisitando gli obiettivi generali di crescita e sviluppo, di conservazione e innovazione su cui essa deve fondarsi. In tal senso, la piena integrazione della Valutazione Ambientale Strategica nei processi di pianificazione si configura come un possibile metodo per la costruzione di un quadro di riferimento in cui le politiche di promozione dello sviluppo, di tutela e valorizzazione del paesaggio siano in grado di lavorare in maniera sinergica. Queste osservazioni portano ad alcune conclusioni finali sulla logica di rete che dovrebbe animare il processo di integrazione della valutazione nella pianificazione, insieme ad alcune riflessioni sul programma italiano per le aree interne.File | Dimensione | Formato | |
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