Una buona conoscenza, teorica ed operativa, del sistema proiettivo della prospettiva deve consentire, anche se talvolta con difficoltà di scelta e di applicazione, la comunicazione grafica intellegibile di ogni pensiero dello spazio geometrico articolato. Un’oculata gestione personale del bagaglio cognitivo, effettivamente disponibile e consapevolmente rispondente, di costruzioni geometriche codificate, deve fornire al pensiero del tridimensionale ogni supporto per ottenerne, nella proposta immagine bidimensionale la più certa e pronta veridicità. Il promotore dell’immagine, che pensa e disegna, e, il ricevitore, lettore e interprete, sono accomunati da una preparazione esecutiva e percettiva dell’apparenza figurativa. Questa è, talvolta, fuorviante; la preoccupazione di facilitare ed assicurare il pronto riconoscimento del messaggio grafico è la premessa dell’affidabilità nel rapporto del riferire e del capire. Il disegno deve stimolare la sensibilità al riconoscimento inequivoco, poiché, per dovizia dell’estensore e abilità del lettore, il prodotto contiene adeguati indizi per orientare l’occhio e la mente alle osservazioni e decisioni pertinenti; ma ciò non basta. Serve ed è assolutamente imprescindibile la determinazione di vera forma e grandezza del tutto, fino ad ogni dettaglio componente; deve essere possibile rispondere alle predette indisponibilità ed ovviare alle ermeticità, deducendo, ricostruendo, restituendo ad ogni elemento la descrizione reale e non apparente. Il corpo scientifico che attende a tale compito non è un semplice corollario e l’apprendimento richiederà attenzione, riflessione, correlazioni fra il vecchio e il nuovo sapere, abilità nella selezione di percorsi risolutivi semplici, chiari, esaustivi. La restituzione prospettica, così come quella assonometrica ortogonale e obliqua, su uno o più quadri e grafo numerica, si giova molto spesso del ri4 Laura Inzerillo U.O. Palermo baltamento di piani e dell’omologia di ribaltamento; alla base di ogni possibile via c’è il ragionamento e non trattasi di processo inverso, come qualcuno conclude con leggerezza. Certamente è palese l’inevitabilità del richiamo di concetti e metodologie elementari e avanzati, acquisiti, canonici o innovativi, in uso per costruire l’immagine prospettica; in uno studio, gradualmente approfondito, è prevedibile che il restituendo disegno possa non essere disponibile, bensì previamente costruito.

Inzerillo, L. (2014). LA RESTITUZIONE PROSPETTICA: TEORIA E APPLICAZIONI. In M.V. GRAZIANO (a cura di), PROSPETTIVE ARCHITETTONICHE: CONSERVAZIONE DIGITALE, DIVULGAZIONE E STUDIO. (pp. 745-773). palermo : elseiver.

LA RESTITUZIONE PROSPETTICA: TEORIA E APPLICAZIONI

INZERILLO, Laura
2014-01-01

Abstract

Una buona conoscenza, teorica ed operativa, del sistema proiettivo della prospettiva deve consentire, anche se talvolta con difficoltà di scelta e di applicazione, la comunicazione grafica intellegibile di ogni pensiero dello spazio geometrico articolato. Un’oculata gestione personale del bagaglio cognitivo, effettivamente disponibile e consapevolmente rispondente, di costruzioni geometriche codificate, deve fornire al pensiero del tridimensionale ogni supporto per ottenerne, nella proposta immagine bidimensionale la più certa e pronta veridicità. Il promotore dell’immagine, che pensa e disegna, e, il ricevitore, lettore e interprete, sono accomunati da una preparazione esecutiva e percettiva dell’apparenza figurativa. Questa è, talvolta, fuorviante; la preoccupazione di facilitare ed assicurare il pronto riconoscimento del messaggio grafico è la premessa dell’affidabilità nel rapporto del riferire e del capire. Il disegno deve stimolare la sensibilità al riconoscimento inequivoco, poiché, per dovizia dell’estensore e abilità del lettore, il prodotto contiene adeguati indizi per orientare l’occhio e la mente alle osservazioni e decisioni pertinenti; ma ciò non basta. Serve ed è assolutamente imprescindibile la determinazione di vera forma e grandezza del tutto, fino ad ogni dettaglio componente; deve essere possibile rispondere alle predette indisponibilità ed ovviare alle ermeticità, deducendo, ricostruendo, restituendo ad ogni elemento la descrizione reale e non apparente. Il corpo scientifico che attende a tale compito non è un semplice corollario e l’apprendimento richiederà attenzione, riflessione, correlazioni fra il vecchio e il nuovo sapere, abilità nella selezione di percorsi risolutivi semplici, chiari, esaustivi. La restituzione prospettica, così come quella assonometrica ortogonale e obliqua, su uno o più quadri e grafo numerica, si giova molto spesso del ri4 Laura Inzerillo U.O. Palermo baltamento di piani e dell’omologia di ribaltamento; alla base di ogni possibile via c’è il ragionamento e non trattasi di processo inverso, come qualcuno conclude con leggerezza. Certamente è palese l’inevitabilità del richiamo di concetti e metodologie elementari e avanzati, acquisiti, canonici o innovativi, in uso per costruire l’immagine prospettica; in uno studio, gradualmente approfondito, è prevedibile che il restituendo disegno possa non essere disponibile, bensì previamente costruito.
2014
Settore ICAR/17 - Disegno
Inzerillo, L. (2014). LA RESTITUZIONE PROSPETTICA: TEORIA E APPLICAZIONI. In M.V. GRAZIANO (a cura di), PROSPETTIVE ARCHITETTONICHE: CONSERVAZIONE DIGITALE, DIVULGAZIONE E STUDIO. (pp. 745-773). palermo : elseiver.
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