Il plurilinguismo è davvero il segno distintivo della cultura europea? Come si è trasformato il ruolo delle discipline linguistiche all'interno della formazione universitaria? E che rapporto può esistere tra formazione linguistica - umanistica, letteraria - e mercato del lavoro in un un momento in cui l'idea di cultura somiglia sempre di più a una cucina componibile Ikea? E in cui il senso di "Comunità europea" si riduce spesso a quello di "Unione economica e monetaria"... Le lingue sono sempre lingue-culture, e costituiscono l'esperienza cognitiva par excellence di un soggetto che sperimenta la realtà nel linguaggio e attraverso il linguaggio. Al di là del principio di equieffabilità delle lingue, su cui ormai tutti i linguisti concordano, non esistono due lingue-culture identiche come non esistono due parole perfettamente sinonimiche. Lo strabismo concettuale dell'homo oeconomicus continua a trionfare con miraggi seducenti che confondono tecnocrazia e professionalità, memoria culturale e anacronismo, l'ingegno del pensiero col marketing aziendale. Il plurilinguismo può invece costituire il laboratorio di una diversità linguistico-culturale condivisa, in cui la comunità accademica contribuisce a formare un soggetto che pensa, parla e si traduce il mondo e al mondo con la consapevolezza che per ogni lingua che si parla si possiede un'anima in più.
Lavieri, A. (2014). Tradursi fra le lingue. Il plurilinguismo in prima persona. In Maria Gabriella Adamo (a cura di), Lingue e profili professionali: esperienze, difficoltà e orientamenti in Sicilia.. Napoli : Edizioni Scientifiche Italiane.
Tradursi fra le lingue. Il plurilinguismo in prima persona
LAVIERI, Antonio
2014-01-01
Abstract
Il plurilinguismo è davvero il segno distintivo della cultura europea? Come si è trasformato il ruolo delle discipline linguistiche all'interno della formazione universitaria? E che rapporto può esistere tra formazione linguistica - umanistica, letteraria - e mercato del lavoro in un un momento in cui l'idea di cultura somiglia sempre di più a una cucina componibile Ikea? E in cui il senso di "Comunità europea" si riduce spesso a quello di "Unione economica e monetaria"... Le lingue sono sempre lingue-culture, e costituiscono l'esperienza cognitiva par excellence di un soggetto che sperimenta la realtà nel linguaggio e attraverso il linguaggio. Al di là del principio di equieffabilità delle lingue, su cui ormai tutti i linguisti concordano, non esistono due lingue-culture identiche come non esistono due parole perfettamente sinonimiche. Lo strabismo concettuale dell'homo oeconomicus continua a trionfare con miraggi seducenti che confondono tecnocrazia e professionalità, memoria culturale e anacronismo, l'ingegno del pensiero col marketing aziendale. Il plurilinguismo può invece costituire il laboratorio di una diversità linguistico-culturale condivisa, in cui la comunità accademica contribuisce a formare un soggetto che pensa, parla e si traduce il mondo e al mondo con la consapevolezza che per ogni lingua che si parla si possiede un'anima in più.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.