L'articolo spiega come il metodo di ricerca usato nell'ambito del Dottorato in Progettazione architettonica di Palermo sia stato verificato. I principi architettonici della Chiesa Madre di Gibellina (Quaroni e Anversa, 1970) sono emersi dal continuo confronto fra fonti bibliografiche, d’archivio e rilievo dello stato di fatto; tali principi hanno guidato a tal punto il progetto di restauro, elaborato nell'ambito della tesi, da condurlo a una soluzione prefigurata dagli stessi progettisti che, per fatti contingenti, non ebbe seguito né diffusione. Coerentemente con la volontà di Quaroni, il progetto proposto nella tesi esclude la possibilità di aggiungere nuovi volumi sulla “collina”, che è stata modellata per accogliere percorsi pedonali e uno spazio scavato intermedio fra il centro civico e la Chiesa Madre. Le differenze fra il nuovo disegno di suolo e quello progettato in origine derivano dalla considerazione dello stato di fatto dell’opera e del dibattito che per quarant’anni ne ha messo in dubbio l’adeguatezza liturgica. Il progetto, verificando i principi architettonici dell'architettura studiata ha condotto a stabilire dove e come sia opportuno agire per restaurarla, ovvero per modificarla al fine di esplicitarne il valore riconosciuto.
Macaluso, L. (2013). Il Restauro del Moderno e la verifica di un metodo: la Chiesa Madre a Gibellina. In E. Palazzotto (a cura di), Esperienze nel restauro del moderno (pp. 113-118). Milano : Franco Angeli.
Il Restauro del Moderno e la verifica di un metodo: la Chiesa Madre a Gibellina
MACALUSO, Luciana
2013-01-01
Abstract
L'articolo spiega come il metodo di ricerca usato nell'ambito del Dottorato in Progettazione architettonica di Palermo sia stato verificato. I principi architettonici della Chiesa Madre di Gibellina (Quaroni e Anversa, 1970) sono emersi dal continuo confronto fra fonti bibliografiche, d’archivio e rilievo dello stato di fatto; tali principi hanno guidato a tal punto il progetto di restauro, elaborato nell'ambito della tesi, da condurlo a una soluzione prefigurata dagli stessi progettisti che, per fatti contingenti, non ebbe seguito né diffusione. Coerentemente con la volontà di Quaroni, il progetto proposto nella tesi esclude la possibilità di aggiungere nuovi volumi sulla “collina”, che è stata modellata per accogliere percorsi pedonali e uno spazio scavato intermedio fra il centro civico e la Chiesa Madre. Le differenze fra il nuovo disegno di suolo e quello progettato in origine derivano dalla considerazione dello stato di fatto dell’opera e del dibattito che per quarant’anni ne ha messo in dubbio l’adeguatezza liturgica. Il progetto, verificando i principi architettonici dell'architettura studiata ha condotto a stabilire dove e come sia opportuno agire per restaurarla, ovvero per modificarla al fine di esplicitarne il valore riconosciuto.File | Dimensione | Formato | |
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