Con i movimenti ecologisti degli anni Settanta la tematica ambientale ha acquistato nuova centralità nel dibattito artistico, architettonico e filosofico. Tuttavia quando si affronta il tema dell’ambiente e del paesaggio, la prospettiva è prevalentemente ecologica e l’approccio di tipo scientifico. Raramente si tiene in considerazione che sia lo spazio naturale sia quello edificato sono soprattutto spazi percepiti e che le qualità estetiche dei luoghi non sono accessorie rispetto ai fattori tossicologici. La riflessione sviluppatasi in ambito architettonico, pur orientandosi verso la tutela dell’ambiente e l’armonica integrazione tra aree edificate e aree naturali, considera la bellezza un fattore aggiunto e non prioritario, ma anche la cultura filosofica, che pure negli ultimi anni ha ripreso il tema da tempo trascurato dell’estetica naturale, finisce per rimanere vincolata a una prospettiva ermeneutica scientifica che subordina la bellezza a fattori fisiologici. Il presente saggio cerca di suggerire un’alternativa a questa prospettiva, esaminando la teoria delle atmosfere di Gernot Böhme. Il filosofo tedesco si è fatto promotore di un’estetica ecologica della natura che prende in considerazione oltre ai fattori fisiologici e tossicologici anche gli aspetti qualitativi degli spazi in cui viviamo. La nozione di atmosfera e la centralità conferita da Böhme al corpo e al modo di percepire e di auto-percepirsi nello spazio costituisce una chiave di lettura attraverso cui l’estetica può interagire con discipline come l’ecologia e l’architettura, offrendo inusitati punti di vista.

Di Stefano, E. (2014). Sentire lo spazio. L’architettura tra arte, natura ed esperienza estetica. In A. Sciascia (a cura di), Costruire la seconda natura. La città in estensione in Sicilia fra Isola delle Femmine e Partinico (pp. 71-75). Roma : Gangemi.

Sentire lo spazio. L’architettura tra arte, natura ed esperienza estetica

DI STEFANO, Elisabetta
2014-01-01

Abstract

Con i movimenti ecologisti degli anni Settanta la tematica ambientale ha acquistato nuova centralità nel dibattito artistico, architettonico e filosofico. Tuttavia quando si affronta il tema dell’ambiente e del paesaggio, la prospettiva è prevalentemente ecologica e l’approccio di tipo scientifico. Raramente si tiene in considerazione che sia lo spazio naturale sia quello edificato sono soprattutto spazi percepiti e che le qualità estetiche dei luoghi non sono accessorie rispetto ai fattori tossicologici. La riflessione sviluppatasi in ambito architettonico, pur orientandosi verso la tutela dell’ambiente e l’armonica integrazione tra aree edificate e aree naturali, considera la bellezza un fattore aggiunto e non prioritario, ma anche la cultura filosofica, che pure negli ultimi anni ha ripreso il tema da tempo trascurato dell’estetica naturale, finisce per rimanere vincolata a una prospettiva ermeneutica scientifica che subordina la bellezza a fattori fisiologici. Il presente saggio cerca di suggerire un’alternativa a questa prospettiva, esaminando la teoria delle atmosfere di Gernot Böhme. Il filosofo tedesco si è fatto promotore di un’estetica ecologica della natura che prende in considerazione oltre ai fattori fisiologici e tossicologici anche gli aspetti qualitativi degli spazi in cui viviamo. La nozione di atmosfera e la centralità conferita da Böhme al corpo e al modo di percepire e di auto-percepirsi nello spazio costituisce una chiave di lettura attraverso cui l’estetica può interagire con discipline come l’ecologia e l’architettura, offrendo inusitati punti di vista.
2014
Settore M-FIL/04 - Estetica
Di Stefano, E. (2014). Sentire lo spazio. L’architettura tra arte, natura ed esperienza estetica. In A. Sciascia (a cura di), Costruire la seconda natura. La città in estensione in Sicilia fra Isola delle Femmine e Partinico (pp. 71-75). Roma : Gangemi.
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