ERNESTO BASILE Ernesto Basile (Palermo 1857-1932) architetto, docente di Architettura Tecnica presso gli Atenei di Roma e di Palermo, è uno dei principali protagonisti della lunga stagione del modernismo italiano. Allievo del padre Giovan Battista Filippo ne interpreta con problematicità quella «ricerca del nuovo» che ne aveva distinto l’operato nell’ambito della cultura architettonica italiana dell’arco temporale compreso fra il tramonto dei neostili e del romanticismo e la maturità dell’eclettismo. Di quest’ultimo lo stesso Ernesto Basile sarà uno dei più interessanti protagonisti nella stagione di transizione verso il modernismo. Personalità di spiccate qualità intellettuali e di considerevole potere accademico Ernesto Basile sarà uno dei principali promotori e sostenitori della svolta culturale di fine Ottocento che permette anche in Italia la fioritura di una eccezionale stagione Arte Nuova. Sarà lui uno dei pochi architetti italiani a costituire un vero e proprio cenacolo interdisciplinare ed a perseguire quell’unità delle arti che distingue le più avanzate coeve manifestazioni del modernismo europeo. Sostenuto da una facoltosa committenza siciliana, colta e di respiro internazionale, e da quella parte della classe politica nazionale votata al progresso del giovane stato italiano e alla promozione di una cauta riforma meliorista della società, Basile fece della ricerca della qualità la misura di una professione dedicata all’azione educatrice dell’arte intesa come componente fondamentale del cammino della civiltà. La ricerca di un’eccellenza della normalità distingue, per controllo e robusta semplicità degli ordinamenti, la sua linea progettuale dagli effimeri exploit del Liberty degli altri progettisti italiani; questo sia nei confronti delle insistite riforme vitalistiche delle strumentazioni formali sia in relazione a quel gusto per l’iperbolico che avrebbe portato a sviluppi inattesi del modernismo italiano. Definito dalla critica coeva pioniere del “rinnovamento” artistico e architettonico nazionale degli anni della Belle Époque, raggiunge fama internazionale nel periodo compreso fra il 1900 e il 1918, con opere come il Villino Florio, Villa Igiea, la propria casa in via Siracusa, il Villino Fassini e la Villa Deliella (tutte a Palermo), e come il Palazzo dell’Aula dei Deputati a Montecitorio (Roma). Partecipa con successo alle esposizioni internazionali d’arte e di arti decorative moderne svoltesi a Torino nel 1902 e a Venezia dal 1903 al 1909, nonché a Milano nel 1906. Le riviste inglesi, tedesche, austriache e, naturalmente, italiane dell’epoca testimoniano l’attenzione riservata alla sua produzione architettonica (e alla sua originale declinazione siciliana dei principi della progettazione integrale e dell’ideale estetico della Gesamtkunstwerk), riconoscendone il ruolo di punta avanzata (in ambito italiano), per la modernità del linguaggio e per la sensibilità verso il nuovo gusto estetico. Anagraficamente più anziano degli altri protagonisti del Liberty, operò con autorevolezza accademica nel tentativo di promuovere il movimento di rinnovamento in Italia e (fra i pochi in Europa) dette vita ad una qualificata scuola del “progetto moderno”, presto ricondotta, però, in un indirizzo di maniera che, negli anni Venti, finì per isolarne i componenti dai nuovi orientamenti della cultura architettonica internazionale; un processo parallelo alle sorti della società civile siciliana, dei cui fasti (come esemplare fenomeno di rinascita economica e culturale nel periodo a cavallo dei due secoli) era stato sottile e inappuntabile interprete. La sua attività professionale, diffusamente praticata in tutta la nazione, ma soprattutto a Palermo, a Roma e in un gran numero di città della Sicilia, è stata esaltata da una singolare capacità progettuale e da una eccezionale resa grafica che fanno dei suoi disegni delle autentiche opere d’arte.

Sessa, E. (2014). Ernesto Basile. In E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi (pp. 29-74). Palermo : Edizioni Plumelia.

Ernesto Basile

SESSA, Ettore
2014-01-01

Abstract

ERNESTO BASILE Ernesto Basile (Palermo 1857-1932) architetto, docente di Architettura Tecnica presso gli Atenei di Roma e di Palermo, è uno dei principali protagonisti della lunga stagione del modernismo italiano. Allievo del padre Giovan Battista Filippo ne interpreta con problematicità quella «ricerca del nuovo» che ne aveva distinto l’operato nell’ambito della cultura architettonica italiana dell’arco temporale compreso fra il tramonto dei neostili e del romanticismo e la maturità dell’eclettismo. Di quest’ultimo lo stesso Ernesto Basile sarà uno dei più interessanti protagonisti nella stagione di transizione verso il modernismo. Personalità di spiccate qualità intellettuali e di considerevole potere accademico Ernesto Basile sarà uno dei principali promotori e sostenitori della svolta culturale di fine Ottocento che permette anche in Italia la fioritura di una eccezionale stagione Arte Nuova. Sarà lui uno dei pochi architetti italiani a costituire un vero e proprio cenacolo interdisciplinare ed a perseguire quell’unità delle arti che distingue le più avanzate coeve manifestazioni del modernismo europeo. Sostenuto da una facoltosa committenza siciliana, colta e di respiro internazionale, e da quella parte della classe politica nazionale votata al progresso del giovane stato italiano e alla promozione di una cauta riforma meliorista della società, Basile fece della ricerca della qualità la misura di una professione dedicata all’azione educatrice dell’arte intesa come componente fondamentale del cammino della civiltà. La ricerca di un’eccellenza della normalità distingue, per controllo e robusta semplicità degli ordinamenti, la sua linea progettuale dagli effimeri exploit del Liberty degli altri progettisti italiani; questo sia nei confronti delle insistite riforme vitalistiche delle strumentazioni formali sia in relazione a quel gusto per l’iperbolico che avrebbe portato a sviluppi inattesi del modernismo italiano. Definito dalla critica coeva pioniere del “rinnovamento” artistico e architettonico nazionale degli anni della Belle Époque, raggiunge fama internazionale nel periodo compreso fra il 1900 e il 1918, con opere come il Villino Florio, Villa Igiea, la propria casa in via Siracusa, il Villino Fassini e la Villa Deliella (tutte a Palermo), e come il Palazzo dell’Aula dei Deputati a Montecitorio (Roma). Partecipa con successo alle esposizioni internazionali d’arte e di arti decorative moderne svoltesi a Torino nel 1902 e a Venezia dal 1903 al 1909, nonché a Milano nel 1906. Le riviste inglesi, tedesche, austriache e, naturalmente, italiane dell’epoca testimoniano l’attenzione riservata alla sua produzione architettonica (e alla sua originale declinazione siciliana dei principi della progettazione integrale e dell’ideale estetico della Gesamtkunstwerk), riconoscendone il ruolo di punta avanzata (in ambito italiano), per la modernità del linguaggio e per la sensibilità verso il nuovo gusto estetico. Anagraficamente più anziano degli altri protagonisti del Liberty, operò con autorevolezza accademica nel tentativo di promuovere il movimento di rinnovamento in Italia e (fra i pochi in Europa) dette vita ad una qualificata scuola del “progetto moderno”, presto ricondotta, però, in un indirizzo di maniera che, negli anni Venti, finì per isolarne i componenti dai nuovi orientamenti della cultura architettonica internazionale; un processo parallelo alle sorti della società civile siciliana, dei cui fasti (come esemplare fenomeno di rinascita economica e culturale nel periodo a cavallo dei due secoli) era stato sottile e inappuntabile interprete. La sua attività professionale, diffusamente praticata in tutta la nazione, ma soprattutto a Palermo, a Roma e in un gran numero di città della Sicilia, è stata esaltata da una singolare capacità progettuale e da una eccezionale resa grafica che fanno dei suoi disegni delle autentiche opere d’arte.
2014
Settore ICAR/18 - Storia Dell'Architettura
Sessa, E. (2014). Ernesto Basile. In E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi (pp. 29-74). Palermo : Edizioni Plumelia.
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