Ciascuna disciplina costruisce il proprio avanzamento sempre su se stessa e lavora sulle relazioni fra le cose piuttosto che sulle cose stesse, perché su quelle relazioni si costituiscono le differenze. Questo carattere di introspezione fonda le sue ragioni sull'affinità di carattere che l'architettura ha con le «altre arti»; essa fa appello, sempre e nello stesso tempo, alla memoria e al nuovo seppure la comparsa di un'opera non significhi il superamento di quello che viene prima» ma costituisca, invece, una piccola verità che «si accosta all'opera precedente. Dimenticando ciò, sembra che attraverso congiure del silenzio o degrado culturale si siano innalzati sul piedistallo del genio gli architetti che rappresentano la «Nuova Atlantide dei chiacchieroni e dei falsi profeti» i quali mettono in atto un'architettura spettacolare, autoreferente, pretendendo di indicare profeticamente un nuovo destino. In questo tempo, in cui uccidere il padre o liquidare con poche arroganti parole quanti, pur in contraddizione fra loro, hanno tentato di indicarci percorsi fondati; in questo tempo in cui far passare per provocazione dadaista tonfi stilistici in caduta libera, o aggiudicarsi pulpiti mediatici di predicazlone inconsulta; in questo tempo liquido della ricerca a tutti i costi di una modernità che per sua natura è indefinita, noi abbiamo un solo possibile atto da compiere: non temere di ricercare azioni sovrappersonali che ogni pratica artistica dovrebbe perseguire e, così facendo, predisporsi ad una relazione di adesione con il nostro tempo «mediante una sfasatura, una non-coincidenza che consenta di leggerne e descrivere contraddizioni ed errori».

Cuccia, G. (2013). Questioni di composizione. In Antonino Margagliotta, Luigi Failla (a cura di), Questioni di composizione (pp. 74-82). Melfi : Casa editrice Libria.

Questioni di composizione

CUCCIA, Gaetano
2013-01-01

Abstract

Ciascuna disciplina costruisce il proprio avanzamento sempre su se stessa e lavora sulle relazioni fra le cose piuttosto che sulle cose stesse, perché su quelle relazioni si costituiscono le differenze. Questo carattere di introspezione fonda le sue ragioni sull'affinità di carattere che l'architettura ha con le «altre arti»; essa fa appello, sempre e nello stesso tempo, alla memoria e al nuovo seppure la comparsa di un'opera non significhi il superamento di quello che viene prima» ma costituisca, invece, una piccola verità che «si accosta all'opera precedente. Dimenticando ciò, sembra che attraverso congiure del silenzio o degrado culturale si siano innalzati sul piedistallo del genio gli architetti che rappresentano la «Nuova Atlantide dei chiacchieroni e dei falsi profeti» i quali mettono in atto un'architettura spettacolare, autoreferente, pretendendo di indicare profeticamente un nuovo destino. In questo tempo, in cui uccidere il padre o liquidare con poche arroganti parole quanti, pur in contraddizione fra loro, hanno tentato di indicarci percorsi fondati; in questo tempo in cui far passare per provocazione dadaista tonfi stilistici in caduta libera, o aggiudicarsi pulpiti mediatici di predicazlone inconsulta; in questo tempo liquido della ricerca a tutti i costi di una modernità che per sua natura è indefinita, noi abbiamo un solo possibile atto da compiere: non temere di ricercare azioni sovrappersonali che ogni pratica artistica dovrebbe perseguire e, così facendo, predisporsi ad una relazione di adesione con il nostro tempo «mediante una sfasatura, una non-coincidenza che consenta di leggerne e descrivere contraddizioni ed errori».
2013
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana
Cuccia, G. (2013). Questioni di composizione. In Antonino Margagliotta, Luigi Failla (a cura di), Questioni di composizione (pp. 74-82). Melfi : Casa editrice Libria.
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