SECONDO PALAZZO UTVEGGIO, VIA XX SETTEMBRE, PALERMO 1901-1903, ERNESTO BASILE Preceduta dai progetti per il Villino Vincenzo Florio e per il ciclo di architetture funerarie del biennio 1899-1900, la seconda Casa Utveggio si pone quasi a consuntivo della sua prima stagione sperimentale di modernista “riorganizzazione del visibile” inaugurata nel 1897; al tempo stesso contiene in nuce quelle valenze estetiche e quell’indirizzo metodologico che connotano il suo secondo periodo di originale maturità modernista esteso per poco più di un lustro. Il disegno acquarellato del fronte sulla via XX Settembre, antecedente alla tavola a matita su carta Fabriano contenente anche l’alzato dell’intero prospetto a cinque partiti (sulla via Siracusa ne prevede tre, corrispondenti, come per il prospetto principale, ad altrettanti vani dalla volumetria cubica) già con la variante relativa all’ultima elevazione uniformata compositivamente e dimensionalmente alle sottostanti (anche se inizialmente prevista, nella soluzione intermedia, ancora con aperture su fascia davanzale definita con rivestimento imitativo a sordino ribassato), è il primo fra gli elaborati conosciuti ad essere esemplificativo di uno dei modi di Basile di intendere, in età modernista, il principio di riverberazione della logica distributiva nella ritmica degli impaginati di prospetto; ancora la Palazzina Vanoni a Roma, coeva della seconda Casa Utveggio, svela, invece, qualche remora nella applicazione ad un tema edilizio corrente di quel partito declinabile o reiterabile già definito con la Cappella Lanza di Scalea nei suoi elementi costitutivi (ma in una accentuata caratterizzazione formalistica e in una composizione a partitura unica per ogni impaginato di prospetto). La particolare cura nella stesura dell’unica tavola policroma di questo progetto, impostata sull’asse mediano del supporto cartaceo e definita nei minimi particolari in una successione diversificata di stadi di rappresentazione (ma esente da quotature), è da relazionare all’inserimento del progetto di questo edificio pluripiano nel novero delle opere presentate da Ernesto Basile alla sua mostra di architettura organizzata in occasione della I Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. Il disegno mostra similitudini grafiche con alcuni degli elaborati di quei progetti, compresi fra il 1899 e il 1902 (Villa Igiea, Villino Florio, seconda casa Utveggio, cappella Nicosia, cappella Lanza di Scalea, cappella Guarnaschelli, tomba Raccuglia, casa Lentini, palazzina Vanoni), dei quali è accertata la presentazione alla manifestazione torinese. Questi particolari elaborati grafici acquarellati (tavola con prospetto, sezione e piante del Villino Florio; alzato parziale del fronte ovest del Villino Florio; alzato parziale della seconda casa Utveggio; veduta prospettica della cappella Lanza di Scalea e, probabilmente, anche la veduta prospettica panoramica del complesso del Grand Hotel Villa Igiea, pubblicata in “L’Edilizia Moderna”, X, V, maggio1901, tav. XXIV) formano un nucleo a parte nel corpus dei disegni di Basile, distinguendosi, per il carattere grafico accentuatamente comunicativo, anche dagli altri esempi non particolarmente numerosi di disegni acquarellati (fra cui quelli per i vari concorsi per il Palazzo di Giustizia e per il Palazzo del Parlamento a Roma e per alcuni progetti del suo primo periodo quali casa Orioles, Ossario di Calatafimi, Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92, palazzo del principe Deliella, villa Bordonaro, ecc…). Un generale schematismo geometrico, non esibito, informa l’ordinamento architettonico del prospetto e gli apparati figurali, persino nel caso delle circoscritte aggettivazioni storicistico-floreali; uniforma, inoltre, sotto una cortina isodoma, paraste, conci, decorazioni e mostre di aperture. Ne deriva un abaco di repertori compositivi che assurge a sicuro “sistema architettonico” di riferimento per i professionisti e i capomastri protagonisti dell’edificazione dei quartieri settentrionali di Palermo e, successivamente, degli isolati della città giardino della stazione balneare di Mondello e di altri vicini insediamenti stagionali (Sferracavallo, Santa Flavia e Casteldaccia).

Sessa, E. (2014). Secondo Palazzo Utveggio, via XX Setembre, Palermo, 1901-1903, Ernesto Basile. In E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi (pp. 252-255). Palermo : Edizioni Plumelia.

Secondo Palazzo Utveggio, via XX Setembre, Palermo, 1901-1903, Ernesto Basile

SESSA, Ettore
2014-01-01

Abstract

SECONDO PALAZZO UTVEGGIO, VIA XX SETTEMBRE, PALERMO 1901-1903, ERNESTO BASILE Preceduta dai progetti per il Villino Vincenzo Florio e per il ciclo di architetture funerarie del biennio 1899-1900, la seconda Casa Utveggio si pone quasi a consuntivo della sua prima stagione sperimentale di modernista “riorganizzazione del visibile” inaugurata nel 1897; al tempo stesso contiene in nuce quelle valenze estetiche e quell’indirizzo metodologico che connotano il suo secondo periodo di originale maturità modernista esteso per poco più di un lustro. Il disegno acquarellato del fronte sulla via XX Settembre, antecedente alla tavola a matita su carta Fabriano contenente anche l’alzato dell’intero prospetto a cinque partiti (sulla via Siracusa ne prevede tre, corrispondenti, come per il prospetto principale, ad altrettanti vani dalla volumetria cubica) già con la variante relativa all’ultima elevazione uniformata compositivamente e dimensionalmente alle sottostanti (anche se inizialmente prevista, nella soluzione intermedia, ancora con aperture su fascia davanzale definita con rivestimento imitativo a sordino ribassato), è il primo fra gli elaborati conosciuti ad essere esemplificativo di uno dei modi di Basile di intendere, in età modernista, il principio di riverberazione della logica distributiva nella ritmica degli impaginati di prospetto; ancora la Palazzina Vanoni a Roma, coeva della seconda Casa Utveggio, svela, invece, qualche remora nella applicazione ad un tema edilizio corrente di quel partito declinabile o reiterabile già definito con la Cappella Lanza di Scalea nei suoi elementi costitutivi (ma in una accentuata caratterizzazione formalistica e in una composizione a partitura unica per ogni impaginato di prospetto). La particolare cura nella stesura dell’unica tavola policroma di questo progetto, impostata sull’asse mediano del supporto cartaceo e definita nei minimi particolari in una successione diversificata di stadi di rappresentazione (ma esente da quotature), è da relazionare all’inserimento del progetto di questo edificio pluripiano nel novero delle opere presentate da Ernesto Basile alla sua mostra di architettura organizzata in occasione della I Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. Il disegno mostra similitudini grafiche con alcuni degli elaborati di quei progetti, compresi fra il 1899 e il 1902 (Villa Igiea, Villino Florio, seconda casa Utveggio, cappella Nicosia, cappella Lanza di Scalea, cappella Guarnaschelli, tomba Raccuglia, casa Lentini, palazzina Vanoni), dei quali è accertata la presentazione alla manifestazione torinese. Questi particolari elaborati grafici acquarellati (tavola con prospetto, sezione e piante del Villino Florio; alzato parziale del fronte ovest del Villino Florio; alzato parziale della seconda casa Utveggio; veduta prospettica della cappella Lanza di Scalea e, probabilmente, anche la veduta prospettica panoramica del complesso del Grand Hotel Villa Igiea, pubblicata in “L’Edilizia Moderna”, X, V, maggio1901, tav. XXIV) formano un nucleo a parte nel corpus dei disegni di Basile, distinguendosi, per il carattere grafico accentuatamente comunicativo, anche dagli altri esempi non particolarmente numerosi di disegni acquarellati (fra cui quelli per i vari concorsi per il Palazzo di Giustizia e per il Palazzo del Parlamento a Roma e per alcuni progetti del suo primo periodo quali casa Orioles, Ossario di Calatafimi, Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92, palazzo del principe Deliella, villa Bordonaro, ecc…). Un generale schematismo geometrico, non esibito, informa l’ordinamento architettonico del prospetto e gli apparati figurali, persino nel caso delle circoscritte aggettivazioni storicistico-floreali; uniforma, inoltre, sotto una cortina isodoma, paraste, conci, decorazioni e mostre di aperture. Ne deriva un abaco di repertori compositivi che assurge a sicuro “sistema architettonico” di riferimento per i professionisti e i capomastri protagonisti dell’edificazione dei quartieri settentrionali di Palermo e, successivamente, degli isolati della città giardino della stazione balneare di Mondello e di altri vicini insediamenti stagionali (Sferracavallo, Santa Flavia e Casteldaccia).
2014
Settore ICAR/18 - Storia Dell'Architettura
Sessa, E. (2014). Secondo Palazzo Utveggio, via XX Setembre, Palermo, 1901-1903, Ernesto Basile. In E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi (pp. 252-255). Palermo : Edizioni Plumelia.
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