Il rinvenimento di un frammento di aulos e di un pomello di una lyra tra i materiali dello scarico di Grotta Vanella a Segesta provenienti da un’area sacra posta sull’Acropoli, testimonianze di grande rilievo nel panorama della documentazione materiale della Sicilia greca e anellenica, sollecita a ripensare al ruolo e al valore della musica in certi contesti della Sicilia ‘indigena’. A fianco delle evidenze segestane, si analizza un caso appartenente a un altro comprensorio anellenico dell’isola, Sabucina (corredo della Tomba 78 della necropoli nord-est), che documenta quello stesso uso della musica e dei suoi simboli da parte di gruppi elitari come elemento di distinzione sociale e strumento di dialogo (e di integrazione?) tra ceti al vertice ‘indigeni’ e coloniali, registrato nel contesto sacro dell’Acropoli di Segesta. L’analisi dei due casi dimostra che la musica costituisce uno degli indicatori delle forme di contatto e di interazione culturale tra i coloni e le popolazioni non greche dell’isola, configurandosi come una sorta di lingua franca del dialogo interculturale.
DE CESARE, M. (2014). Musica e rito nei contesti anellenici della Sicilia di VI-V secolo a.C.. In A. Bellia (a cura di), Musica, culti e riti nell'Occidente greco (pp. 159-174). Pisa, Roma : Istituti editoriali e poligrafici internazionali.
Musica e rito nei contesti anellenici della Sicilia di VI-V secolo a.C.
DE CESARE, Monica
2014-01-01
Abstract
Il rinvenimento di un frammento di aulos e di un pomello di una lyra tra i materiali dello scarico di Grotta Vanella a Segesta provenienti da un’area sacra posta sull’Acropoli, testimonianze di grande rilievo nel panorama della documentazione materiale della Sicilia greca e anellenica, sollecita a ripensare al ruolo e al valore della musica in certi contesti della Sicilia ‘indigena’. A fianco delle evidenze segestane, si analizza un caso appartenente a un altro comprensorio anellenico dell’isola, Sabucina (corredo della Tomba 78 della necropoli nord-est), che documenta quello stesso uso della musica e dei suoi simboli da parte di gruppi elitari come elemento di distinzione sociale e strumento di dialogo (e di integrazione?) tra ceti al vertice ‘indigeni’ e coloniali, registrato nel contesto sacro dell’Acropoli di Segesta. L’analisi dei due casi dimostra che la musica costituisce uno degli indicatori delle forme di contatto e di interazione culturale tra i coloni e le popolazioni non greche dell’isola, configurandosi come una sorta di lingua franca del dialogo interculturale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
deCesare_Telestes1.pdf
Solo gestori archvio
Descrizione: Articolo
Dimensione
580.29 kB
Formato
Adobe PDF
|
580.29 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.