Ferdinando I Trastámara, dopo essere stato proclamato re d'Aragona a Caspe nel giugno 1412, fu investito del regno di Sicilia da papa Benedetto III. Il neo sovrano affrontò il problema della reggenza dell’isola con l’invio di quattro ambasciatori e la conferma di Bianca di Navarra nel ruolo di vicaria. Il governo della Sicilia non si presentava facile. Dal 1409, da quando Martino I d’Aragona, morendo senza eredi, aveva designato la moglie Bianca vicaria del regno e signora della Camera reginale, l’isola era attraversata da violente e incessanti lotte tra lo schieramento favorevole alla navarrese, e un altro ad essa contrario, capeggiato dal maestro giustiziere Bernardo Cabrera. Nell’arco di quasi un anno Ferdinando, grazie anche all’operato dei vicegerenti, riuscì a catturare il Cabrera e a sollevare Bianca dalla funzione di vicaria. Rimase però aperta l’altrettanto spinosa questione della Camera reginale, ancora pertinenza di Bianca, ma le cui città e terre erano più volte insorte, poiché aspiravano ad entrare a far parte del demanio regio. La navarrese riuscì a riportare all'obbedienza i centri ribelli con la concessione di capitoli ed elezioni. Siracusa però, la più importante delle città del 'dotario', le rimase sempre ostile e intraprese una lotta dura e senza esclusione di colpi: ambasciate presso la corte di Barcellona, aggressioni armate contro la vicaria e i suoi ufficiali, boicottaggio di porti e caricatori reginali, il tutto col favore dei vicegerenti. Bianca si difese strenuamente. Il re, sollecitato dai due contendenti a prendere posizione sulla questione siracusana, e in generale sulla Camera, assunse un atteggiamento ambiguo, poiché garantì sempre il proprio appoggio a entrambe le parti, ed evitò sempre di intervenire concretamente, anche nei momenti di maggiore criticità. Nel 1415 Bianca fece ritorno in Navarra per assumere la corona del regno. Formalmente però era ancora signora della Camera. La questione si concluse solo nel 1420, quando, sposando Giovanni duca di Peñafiel, Bianca perse ogni diritto sul 'dotario', così come previsto dal testamento di Martino I.

ORLANDO, C. (2013). La città contesa. Bianca di Navarra e la lotta per il governo di Siracusa durante il regno di Ferdinando I di Trastámara.. In El Compromiso de Caspe (1412), cambios dinásticos y Constitucionalismo en la Corona de Aragón (pp. 772-778). Obra social de Ibercaja.

La città contesa. Bianca di Navarra e la lotta per il governo di Siracusa durante il regno di Ferdinando I di Trastámara.

ORLANDO, Caterina
2013-01-01

Abstract

Ferdinando I Trastámara, dopo essere stato proclamato re d'Aragona a Caspe nel giugno 1412, fu investito del regno di Sicilia da papa Benedetto III. Il neo sovrano affrontò il problema della reggenza dell’isola con l’invio di quattro ambasciatori e la conferma di Bianca di Navarra nel ruolo di vicaria. Il governo della Sicilia non si presentava facile. Dal 1409, da quando Martino I d’Aragona, morendo senza eredi, aveva designato la moglie Bianca vicaria del regno e signora della Camera reginale, l’isola era attraversata da violente e incessanti lotte tra lo schieramento favorevole alla navarrese, e un altro ad essa contrario, capeggiato dal maestro giustiziere Bernardo Cabrera. Nell’arco di quasi un anno Ferdinando, grazie anche all’operato dei vicegerenti, riuscì a catturare il Cabrera e a sollevare Bianca dalla funzione di vicaria. Rimase però aperta l’altrettanto spinosa questione della Camera reginale, ancora pertinenza di Bianca, ma le cui città e terre erano più volte insorte, poiché aspiravano ad entrare a far parte del demanio regio. La navarrese riuscì a riportare all'obbedienza i centri ribelli con la concessione di capitoli ed elezioni. Siracusa però, la più importante delle città del 'dotario', le rimase sempre ostile e intraprese una lotta dura e senza esclusione di colpi: ambasciate presso la corte di Barcellona, aggressioni armate contro la vicaria e i suoi ufficiali, boicottaggio di porti e caricatori reginali, il tutto col favore dei vicegerenti. Bianca si difese strenuamente. Il re, sollecitato dai due contendenti a prendere posizione sulla questione siracusana, e in generale sulla Camera, assunse un atteggiamento ambiguo, poiché garantì sempre il proprio appoggio a entrambe le parti, ed evitò sempre di intervenire concretamente, anche nei momenti di maggiore criticità. Nel 1415 Bianca fece ritorno in Navarra per assumere la corona del regno. Formalmente però era ancora signora della Camera. La questione si concluse solo nel 1420, quando, sposando Giovanni duca di Peñafiel, Bianca perse ogni diritto sul 'dotario', così come previsto dal testamento di Martino I.
2013
Settore M-STO/01 - Storia Medievale
ORLANDO, C. (2013). La città contesa. Bianca di Navarra e la lotta per il governo di Siracusa durante il regno di Ferdinando I di Trastámara.. In El Compromiso de Caspe (1412), cambios dinásticos y Constitucionalismo en la Corona de Aragón (pp. 772-778). Obra social de Ibercaja.
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