Nuova Gibellina può essere riguardata come un grande contenitore di contraddizioni e paradossi, valga per tutti la contraddizione tra l’immagine esterna della città, caratterizzata da un senso di limite e di apparente concentrazione, e l’esperienza urbana interna, fatta di diluizione e rarefazione dello spazio pubblico. La densità insediativa della nuova Gibellina è inferiore di quasi dieci volte rispetto a quella del vecchio paese distrutto dal sisma, questo ha creato una soluzione di continuità netta nella cultura dell’abitare. A Gibellina si è formato un sistema urbano in cui i diversi protagonisti non riescono a relazionarsi in un quadro di riconoscibili corrispondenze e dipendenze. A questo sistema è sovrapposto quello degli oggetti e delle opere d’arte, le quali, non avendo a riferimento un quadro urbano sufficientemente stabile, soffrono di una sorta di sindrome da galleggiamento: l’arte è penalizzata dallo spazio (non-spazio) urbano. Esiste comunque, nel futuro della città, la possibilità di nuovi legami tra opera d’arte e qualità urbana; l’attuale condizione può essere considerata ancora aperta, disponibile ad una rilettura disincantata ma operativa nella concretezza del fare, ribaltando la contraddizione in prospettiva per il futuro. Occorre un modo diverso di considerare i problemi della precarietà, dell’arte, della città: è uno spunto di lavoro da approfondire entro una nuova prospettiva culturale e pragmatica ad un tempo. Una prospettiva entro cui opera d’arte e città dialoghino secondo nuove corrispondenze tra forme e contenuti, come futura qualità complessiva della nuova Gibellina, come sintesi di valori artistici, storici, sociali.

Cannone, F. (2013). La nuova Gibellina: opera d'arte e qualità urbana. In E. Palazzotto (a cura di), Esperienze nel restauro del moderno (pp. 17-22). Milano : Franco Angeli.

La nuova Gibellina: opera d'arte e qualità urbana

CANNONE, Francesco
2013-01-01

Abstract

Nuova Gibellina può essere riguardata come un grande contenitore di contraddizioni e paradossi, valga per tutti la contraddizione tra l’immagine esterna della città, caratterizzata da un senso di limite e di apparente concentrazione, e l’esperienza urbana interna, fatta di diluizione e rarefazione dello spazio pubblico. La densità insediativa della nuova Gibellina è inferiore di quasi dieci volte rispetto a quella del vecchio paese distrutto dal sisma, questo ha creato una soluzione di continuità netta nella cultura dell’abitare. A Gibellina si è formato un sistema urbano in cui i diversi protagonisti non riescono a relazionarsi in un quadro di riconoscibili corrispondenze e dipendenze. A questo sistema è sovrapposto quello degli oggetti e delle opere d’arte, le quali, non avendo a riferimento un quadro urbano sufficientemente stabile, soffrono di una sorta di sindrome da galleggiamento: l’arte è penalizzata dallo spazio (non-spazio) urbano. Esiste comunque, nel futuro della città, la possibilità di nuovi legami tra opera d’arte e qualità urbana; l’attuale condizione può essere considerata ancora aperta, disponibile ad una rilettura disincantata ma operativa nella concretezza del fare, ribaltando la contraddizione in prospettiva per il futuro. Occorre un modo diverso di considerare i problemi della precarietà, dell’arte, della città: è uno spunto di lavoro da approfondire entro una nuova prospettiva culturale e pragmatica ad un tempo. Una prospettiva entro cui opera d’arte e città dialoghino secondo nuove corrispondenze tra forme e contenuti, come futura qualità complessiva della nuova Gibellina, come sintesi di valori artistici, storici, sociali.
2013
Cannone, F. (2013). La nuova Gibellina: opera d'arte e qualità urbana. In E. Palazzotto (a cura di), Esperienze nel restauro del moderno (pp. 17-22). Milano : Franco Angeli.
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