Il Mediterraneo è stato per millenni il centro del mondo in cui si incrociavano ed integravano culture e popoli diversi. Culla delle tre religioni monoteiste, per lungo tempo è stato un enorme polo d’attrazione verso cui affluivano le produzioni di altri mondi. Questo suo glorioso passato sembra essere, ormai, un lontano ricordo. Oggi i veri poli d’attrazione si trovano fuori dal Mediterraneo: il mondo arabo, l’Europa unita, lo spazio atlantico. Il Mediterraneo è, piuttosto, il luogo marginale in cui questi poli, fra loro lontani, vengono a contatto. Questo contatto al margine provoca, inevitabilmente, conflitti culturali, scontri politici e disuguaglianze socio-economiche. Il Mare Nostrum appare, ormai, come una linea di demarcazione fra il mondo della ricchezza e quello della povertà, così come tra uno spazio cristiano di laicità e uno spazio islamico spinto da pressioni integraliste. Forti sono i rischi provenienti da quest’area in termini di emigrazione, proliferazione di armi per la distruzione di massa, terrorismo e devastazione ambientale. Rischi che contribuiscono a rendere ancora più instabile l’ intero Bacino mediterraneo e che potrebbero avere, ed in parte hanno già avuto, gravi conseguenze per tutta l’Europa. Proprio per questa situazione di grande instabilità, i Paesi e le Regioni che gravitano sul Mediterraneo sono alla costante ricerca di modelli di coabitazione e cooperazione. In questo senso, l’ Unione Europea ha cercato di stabilire un quadro di cooperazione mediterranea attraverso una serie di iniziative ed accordi con i vari Paesi della sponda Sud.
Angelini, A. (2007). Introduzione a "Mediterraneo 2010. Ostacoli, opportunità, scenari". In A. Angelini (a cura di), Mediterraneo 2010. Ostacoli, Opportunità, scenari. (pp. 13-21). ROMA : Carocci.
Introduzione a "Mediterraneo 2010. Ostacoli, opportunità, scenari"
ANGELINI, Aurelio
2007-01-01
Abstract
Il Mediterraneo è stato per millenni il centro del mondo in cui si incrociavano ed integravano culture e popoli diversi. Culla delle tre religioni monoteiste, per lungo tempo è stato un enorme polo d’attrazione verso cui affluivano le produzioni di altri mondi. Questo suo glorioso passato sembra essere, ormai, un lontano ricordo. Oggi i veri poli d’attrazione si trovano fuori dal Mediterraneo: il mondo arabo, l’Europa unita, lo spazio atlantico. Il Mediterraneo è, piuttosto, il luogo marginale in cui questi poli, fra loro lontani, vengono a contatto. Questo contatto al margine provoca, inevitabilmente, conflitti culturali, scontri politici e disuguaglianze socio-economiche. Il Mare Nostrum appare, ormai, come una linea di demarcazione fra il mondo della ricchezza e quello della povertà, così come tra uno spazio cristiano di laicità e uno spazio islamico spinto da pressioni integraliste. Forti sono i rischi provenienti da quest’area in termini di emigrazione, proliferazione di armi per la distruzione di massa, terrorismo e devastazione ambientale. Rischi che contribuiscono a rendere ancora più instabile l’ intero Bacino mediterraneo e che potrebbero avere, ed in parte hanno già avuto, gravi conseguenze per tutta l’Europa. Proprio per questa situazione di grande instabilità, i Paesi e le Regioni che gravitano sul Mediterraneo sono alla costante ricerca di modelli di coabitazione e cooperazione. In questo senso, l’ Unione Europea ha cercato di stabilire un quadro di cooperazione mediterranea attraverso una serie di iniziative ed accordi con i vari Paesi della sponda Sud.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
MED. 2010.pdf
accesso aperto
Dimensione
800.54 kB
Formato
Adobe PDF
|
800.54 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.