Il saggio è stato commissionato specificatamente dai curatori del volume nell’ambito del PRIN per aggiungere un contributo relativamente all’argomento dell’architettura funebre in Italia riferita, però, a quella effimera particolarmente caratterizzata da un'ampia varietà. L’esperienza palermitana, meno nota di altre, è ricca di esemplari particolarmente significativi che attraversano i secoli toccando tutti i lessici riflessi del gusto che dal barocco giunge ai neostili. Lo studio si è soffermato su un arco temporale che va dalla seconda metà del ’700 alla prima metà dell’800, prendendo in esame fonti a stampa, cronache e materiale grafico inedito dell’archivio Palazzotto di Palermo in maniera da offrire una casistica ampia e una rappresentazione esauriente della specialissima pratica. Ne è emersa con evidenza la grande attenzione della committenza e dei professionisti incaricati, tutti di chiaro nome, per costruzioni il cui scopo era legato ad un arco di tempo brevissimo, i pochi giorni del funerale, in quanto la liturgia ad essi connessa, di concerto alla messa di simboli e messaggi più o meno espliciti, di cui si facevano tramite le decorazioni plastiche e le iscrizioni, doveva rappresentare l’ultima fiammata di grandezza e ostentazione per il defunto e la sua famiglia. Dal punto di vista compositivo si è osservata la complessità di queste macchine, anche di notevolissima dimensione; dal punto di vista tecnico si è potuto verificare, tramite le annotazioni del materiale grafico e i documenti d’archivio, in che maniera venissero trattate le superfici e quali materiali venissero usati per la realizzazione complessiva; dal punto di vista stilistico si è notata una particolare predilezione per il gusto classico con spunti eclettici di stampo prevalentemente egizio, anche in ragione del naturale richiamo del tema, e sono emersi alcuni esempi innovativi di matrice gotica, soprattutto nei cenotafi dei sovrani Borbone, certamente in ragione di motivazioni culturali profonde ed ideologiche.
Palazzotto, P. (2007). Architetture funerarie effimere a Palermo. In M. Giuffrè, F. Mangone, S. Pace, O. Selvafolta (a cura di), L’Architettura della memoria in Italia. Cimiteri, monumenti e città 1750-1939 (pp. 57-65). MILANO : Skira.
Architetture funerarie effimere a Palermo
PALAZZOTTO, Pierfrancesco
2007-01-01
Abstract
Il saggio è stato commissionato specificatamente dai curatori del volume nell’ambito del PRIN per aggiungere un contributo relativamente all’argomento dell’architettura funebre in Italia riferita, però, a quella effimera particolarmente caratterizzata da un'ampia varietà. L’esperienza palermitana, meno nota di altre, è ricca di esemplari particolarmente significativi che attraversano i secoli toccando tutti i lessici riflessi del gusto che dal barocco giunge ai neostili. Lo studio si è soffermato su un arco temporale che va dalla seconda metà del ’700 alla prima metà dell’800, prendendo in esame fonti a stampa, cronache e materiale grafico inedito dell’archivio Palazzotto di Palermo in maniera da offrire una casistica ampia e una rappresentazione esauriente della specialissima pratica. Ne è emersa con evidenza la grande attenzione della committenza e dei professionisti incaricati, tutti di chiaro nome, per costruzioni il cui scopo era legato ad un arco di tempo brevissimo, i pochi giorni del funerale, in quanto la liturgia ad essi connessa, di concerto alla messa di simboli e messaggi più o meno espliciti, di cui si facevano tramite le decorazioni plastiche e le iscrizioni, doveva rappresentare l’ultima fiammata di grandezza e ostentazione per il defunto e la sua famiglia. Dal punto di vista compositivo si è osservata la complessità di queste macchine, anche di notevolissima dimensione; dal punto di vista tecnico si è potuto verificare, tramite le annotazioni del materiale grafico e i documenti d’archivio, in che maniera venissero trattate le superfici e quali materiali venissero usati per la realizzazione complessiva; dal punto di vista stilistico si è notata una particolare predilezione per il gusto classico con spunti eclettici di stampo prevalentemente egizio, anche in ragione del naturale richiamo del tema, e sono emersi alcuni esempi innovativi di matrice gotica, soprattutto nei cenotafi dei sovrani Borbone, certamente in ragione di motivazioni culturali profonde ed ideologiche.File | Dimensione | Formato | |
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