L’acqua, protagonista del giardino sin dalle sue origini, nella storia del giardino e del paesaggio, ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale sia per il suo valore scenografico che per il suo valore altamente simbolico. A partire dalla prima metà del XVIII, con il tramontare del giardino formale, cui si sostituisce il giardino paesistico di origine anglosassone, l’acqua resta una componente fondamentale all’interno della progettazione dei giardini, ma assume un ruolo diverso: messe al bando le forme regolari e le rigide simmetrie, con la nascita del giardino paesistico l’acqua è «disegnata» in forme libere e, trasformandosi in lago o stagno, sembra voler riacquistare la sua forma originaria e naturale. Questa evoluzione di gusto e di pensiero che ha origine in Inghilterra, all’affermarsi della cultura estetica del pittoresco, e che, con le sue declinazioni è presente in tutti giardini del XVIII e del XIX secolo in Inghilterra come anche in Europa, porta alla definizione di un sistema «concettuale», all’assunzione di un modello progettuale che persegue le forme proprie della natura apparentemente disordinata – avvallamenti, dislivelli, colline, corsi d’acqua che terminano in specchi irregolari, sentieri tortuosi – e di un’architettura codificata in chiave di folies con il sorgere «accidentale» di edifici di ispirazione classico-mitologica, in cui l’acqua , con il forte potere evocativo e simbolico, riveste un ruolo da protagonista divenendo componente fondamentale del paradigma estetico proprio del giardino paesistico europeo che ha le proprie radici nel Landscape garden del XVIII secolo e che approda al Picturesque garden del XIX secolo.

Malleo, F. (2010). L’acqua tra natura e artificio nella cultura del giardino europeo dei secoli XVIII e XIX, dal Landscape garden al Picturesque garden. In E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Il valore della classicità nella cultura del giardino in Sicilia (pp. 189-195). Palermo : Grafill.

L’acqua tra natura e artificio nella cultura del giardino europeo dei secoli XVIII e XIX, dal Landscape garden al Picturesque garden

MALLEO, Francesca
2010-01-01

Abstract

L’acqua, protagonista del giardino sin dalle sue origini, nella storia del giardino e del paesaggio, ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale sia per il suo valore scenografico che per il suo valore altamente simbolico. A partire dalla prima metà del XVIII, con il tramontare del giardino formale, cui si sostituisce il giardino paesistico di origine anglosassone, l’acqua resta una componente fondamentale all’interno della progettazione dei giardini, ma assume un ruolo diverso: messe al bando le forme regolari e le rigide simmetrie, con la nascita del giardino paesistico l’acqua è «disegnata» in forme libere e, trasformandosi in lago o stagno, sembra voler riacquistare la sua forma originaria e naturale. Questa evoluzione di gusto e di pensiero che ha origine in Inghilterra, all’affermarsi della cultura estetica del pittoresco, e che, con le sue declinazioni è presente in tutti giardini del XVIII e del XIX secolo in Inghilterra come anche in Europa, porta alla definizione di un sistema «concettuale», all’assunzione di un modello progettuale che persegue le forme proprie della natura apparentemente disordinata – avvallamenti, dislivelli, colline, corsi d’acqua che terminano in specchi irregolari, sentieri tortuosi – e di un’architettura codificata in chiave di folies con il sorgere «accidentale» di edifici di ispirazione classico-mitologica, in cui l’acqua , con il forte potere evocativo e simbolico, riveste un ruolo da protagonista divenendo componente fondamentale del paradigma estetico proprio del giardino paesistico europeo che ha le proprie radici nel Landscape garden del XVIII secolo e che approda al Picturesque garden del XIX secolo.
2010
Settore ICAR/18 - Storia Dell'Architettura
Malleo, F. (2010). L’acqua tra natura e artificio nella cultura del giardino europeo dei secoli XVIII e XIX, dal Landscape garden al Picturesque garden. In E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Il valore della classicità nella cultura del giardino in Sicilia (pp. 189-195). Palermo : Grafill.
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