SCOPO DEL LAVORO Valutare l’accuratezza delle immagini T2-FLAIR e DWI nello studio delle lesioni caratteristiche dell’Encefalopatia di Wernicke. MATERIALI E METODI Studio effettuato su donna di 56 anni, affetta da Encefalopatia di Wernicke non alcool-correlata. Nel Dicembre 2011 la paziente è stata sottoposta ad esame RM, utilizzando un tomografo operante a 1,5 T con acquisizione di scansioni sui piani assiale, sagittale e coronale in tecnica Spin-Echo (SE), Fast Spin-Echo (FSE), Fluid Attenuated Inversion Recovery (FLAIR) e Diffusion Weighted Imaging (DWI), con sequenze T1 e T2 pesate. L’esame è stato completato dopo infusione e.v. di m.d.c. paramagnetico. L’indagine mostrava la presenza, nelle sequenze T2 e FLAIR, di una diffusa iperintensità a carico della regione talamica mediale bilaterale, lungo le pareti del terzo ventricolo, in regione periacqueduttale e nel tetto del mesencefalo, con lieve enhancement dopo somministrazione di contrasto; coesisteva, nelle regioni sopra descritte una lieve restrizione della diffusività dell'acqua in DWI, confermata poi dalle mappe ADC. Le successive indagini RM, effettuate – dopo terapia con Tiamina – rispettivamente a Gennaio e Luglio 2012, evidenziano la totale scomparsa della diffusa iperintensità nelle sequenze a TR lungo ed al bilancio DWI. RISULTATI Le indagini RM hanno dimostrato patterns caratteristici dell’Encefalopatia di Wernicke non alcol-correlata, in cui le lesioni sono associate alla carenza di Tiamina, che causa un deficit energetico, provocando l’alterazione dei gradienti osmotici transmembrana ed un susseguente edema citotossico e vasogenico, segnalato da un’iperintensità di segnale nelle sequenze a TR lungo e DWI. È importante sottolineare che l’alterazione della barriera emato-encefalica è preminente nelle regioni periventricolari nelle quali è particolarmente spiccato il metabolismo ossidativo e quindi la richiesta di tiamina. CONCLUSIONI L’encefalopatia di Wernicke deve essere sospettata in tutte le condizioni cliniche che comportano malassorbimento o malnutrizione L’unica metodica in grado di assicurare questo risultato è la RM, che mostra un’elevata sensibilità nella detezione delle lesioni (93% secondo Antunez), a fronte comunque di una specificità (53%) non sufficiente ad escludere la diagnosi, specie nei pazienti con sindrome clinica conclamata. L’esame standard in condizioni di base va integrato con studio DWI-ADC e, in caso di negatività nelle immagini dirette, va completato con sequenze ponderate in T1 acquisite dopo infusione e.v. di m.d.c. paramagnetico. Tuttavia va sottolineato che l’assenza di lesioni evidenziabili alla RM non consente di escludere con certezza la diagnosi.
La Tona, G., Arculeo, S., Pappalardo, M.P., Arculeo, P., Gagliardo, C., Midiri, M. (2013). LE SEQUENZE T2-FLAIR E DWI NELLA DIAGNOSI DI ENCEFALOPATIA DI WERNICKE NON ALCOOL- CORRELATA. In The Neuroradiology Journal.
LE SEQUENZE T2-FLAIR E DWI NELLA DIAGNOSI DI ENCEFALOPATIA DI WERNICKE NON ALCOOL- CORRELATA
LA TONA, Giuseppe;GAGLIARDO, Cesare;MIDIRI, Massimo
2013-01-01
Abstract
SCOPO DEL LAVORO Valutare l’accuratezza delle immagini T2-FLAIR e DWI nello studio delle lesioni caratteristiche dell’Encefalopatia di Wernicke. MATERIALI E METODI Studio effettuato su donna di 56 anni, affetta da Encefalopatia di Wernicke non alcool-correlata. Nel Dicembre 2011 la paziente è stata sottoposta ad esame RM, utilizzando un tomografo operante a 1,5 T con acquisizione di scansioni sui piani assiale, sagittale e coronale in tecnica Spin-Echo (SE), Fast Spin-Echo (FSE), Fluid Attenuated Inversion Recovery (FLAIR) e Diffusion Weighted Imaging (DWI), con sequenze T1 e T2 pesate. L’esame è stato completato dopo infusione e.v. di m.d.c. paramagnetico. L’indagine mostrava la presenza, nelle sequenze T2 e FLAIR, di una diffusa iperintensità a carico della regione talamica mediale bilaterale, lungo le pareti del terzo ventricolo, in regione periacqueduttale e nel tetto del mesencefalo, con lieve enhancement dopo somministrazione di contrasto; coesisteva, nelle regioni sopra descritte una lieve restrizione della diffusività dell'acqua in DWI, confermata poi dalle mappe ADC. Le successive indagini RM, effettuate – dopo terapia con Tiamina – rispettivamente a Gennaio e Luglio 2012, evidenziano la totale scomparsa della diffusa iperintensità nelle sequenze a TR lungo ed al bilancio DWI. RISULTATI Le indagini RM hanno dimostrato patterns caratteristici dell’Encefalopatia di Wernicke non alcol-correlata, in cui le lesioni sono associate alla carenza di Tiamina, che causa un deficit energetico, provocando l’alterazione dei gradienti osmotici transmembrana ed un susseguente edema citotossico e vasogenico, segnalato da un’iperintensità di segnale nelle sequenze a TR lungo e DWI. È importante sottolineare che l’alterazione della barriera emato-encefalica è preminente nelle regioni periventricolari nelle quali è particolarmente spiccato il metabolismo ossidativo e quindi la richiesta di tiamina. CONCLUSIONI L’encefalopatia di Wernicke deve essere sospettata in tutte le condizioni cliniche che comportano malassorbimento o malnutrizione L’unica metodica in grado di assicurare questo risultato è la RM, che mostra un’elevata sensibilità nella detezione delle lesioni (93% secondo Antunez), a fronte comunque di una specificità (53%) non sufficiente ad escludere la diagnosi, specie nei pazienti con sindrome clinica conclamata. L’esame standard in condizioni di base va integrato con studio DWI-ADC e, in caso di negatività nelle immagini dirette, va completato con sequenze ponderate in T1 acquisite dopo infusione e.v. di m.d.c. paramagnetico. Tuttavia va sottolineato che l’assenza di lesioni evidenziabili alla RM non consente di escludere con certezza la diagnosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.