Se trattati e manuali descrivono compiutamente la "regola dell'arte" riferita ai sistemi costruttivi di maggiore diffusione, il più delle volte riconoscibili in ambiti sovranazionali e nelle architetture di maggiore livello, così non è per quelle soluzioni tecniche tipiche di periodi storici ed aree limitate, importanti nella formazione dell'identità del luogo, la cui conoscenza è legata ad una tradizione effimera raramente oggetto di analisi, di attenzione e di valorizzazione. In questa sede si fa riferimento ai sistemi per il convogliamento o l’allontanamento dell’acqua piovana dagli edifici, in cui lo studio dell’architettura storica fornisce una vasta gamma di casi in cui la tecnologia costruttiva ha trovato interessanti specificità. Dai resti di elementi costruttivi di epoca greca e romana, fino alle realizzazioni dei primi decenni del XX secolo, e non solo nelle aree geografiche connotate da forte piovosità, lo studio approfondisce l'applicazione dell'ingegno e della tecnica per proteggere l'edificio dall'acqua: la documentazione critica spazia dalle più correnti tecniche di rivestimento parietale per la protezione delle fronti architettoniche più esposte alla pioggia battente, al percorso cui si costringe l'acqua raccolta fino al suo definitivo allontanamento. Ne deriva un panorama di tecniche costruttive con infinite varianti in cui si è cercato di distinguere le diverse parti, non sempre tra loro in chiara autonomia: - la protezione diretta delle facciate più esposte; - l'opera sulle falde e sul lastrico di copertura; - la funzione e la conformazione dell'eventuale cornicione; - il canale di gronda nei rapporti col cornicione, con le quote della struttura portante della copertura, con le aperture esterne sottostanti, coi materiali costitutivi e coi relativi sistemi di sostegno, i raccordi con doccioni o discendenti pluviali; - i discendenti pluviali in relazione ai materiali utilizzati, al rapporto complesso e spesso conflittuale con l'architettura della fronte, agli aspetti igienici ed estetici ed alle normative di riferimento, i sistemi di attacco a terra in grado di garantire l'effettivo allontanamento dell'acqua e la protezione da danneggiamenti accidentali; - le opere sulle pavimentazioni esterne in grado di favorire il convogliamento e lo scarico delle acque stesse. Si ritiene che tale repertorio possa essere una guida per gli interventi di recupero dell’architettura "di base" e di pregio orientati nell'ottica della valorizzazione delle diversità e delle identità, piuttosto che di una incolta omologazione.

Campisi, T., Fatta, G. (2013). Rainwater draining in historical buildings: local specificities and techniques. In 39tth IAHS. Changing needs, adaptive buildings, smart cities (pp.93-100). Milano : PoliScript.

Rainwater draining in historical buildings: local specificities and techniques

CAMPISI, Tiziana;FATTA, Giovanni
2013-01-01

Abstract

Se trattati e manuali descrivono compiutamente la "regola dell'arte" riferita ai sistemi costruttivi di maggiore diffusione, il più delle volte riconoscibili in ambiti sovranazionali e nelle architetture di maggiore livello, così non è per quelle soluzioni tecniche tipiche di periodi storici ed aree limitate, importanti nella formazione dell'identità del luogo, la cui conoscenza è legata ad una tradizione effimera raramente oggetto di analisi, di attenzione e di valorizzazione. In questa sede si fa riferimento ai sistemi per il convogliamento o l’allontanamento dell’acqua piovana dagli edifici, in cui lo studio dell’architettura storica fornisce una vasta gamma di casi in cui la tecnologia costruttiva ha trovato interessanti specificità. Dai resti di elementi costruttivi di epoca greca e romana, fino alle realizzazioni dei primi decenni del XX secolo, e non solo nelle aree geografiche connotate da forte piovosità, lo studio approfondisce l'applicazione dell'ingegno e della tecnica per proteggere l'edificio dall'acqua: la documentazione critica spazia dalle più correnti tecniche di rivestimento parietale per la protezione delle fronti architettoniche più esposte alla pioggia battente, al percorso cui si costringe l'acqua raccolta fino al suo definitivo allontanamento. Ne deriva un panorama di tecniche costruttive con infinite varianti in cui si è cercato di distinguere le diverse parti, non sempre tra loro in chiara autonomia: - la protezione diretta delle facciate più esposte; - l'opera sulle falde e sul lastrico di copertura; - la funzione e la conformazione dell'eventuale cornicione; - il canale di gronda nei rapporti col cornicione, con le quote della struttura portante della copertura, con le aperture esterne sottostanti, coi materiali costitutivi e coi relativi sistemi di sostegno, i raccordi con doccioni o discendenti pluviali; - i discendenti pluviali in relazione ai materiali utilizzati, al rapporto complesso e spesso conflittuale con l'architettura della fronte, agli aspetti igienici ed estetici ed alle normative di riferimento, i sistemi di attacco a terra in grado di garantire l'effettivo allontanamento dell'acqua e la protezione da danneggiamenti accidentali; - le opere sulle pavimentazioni esterne in grado di favorire il convogliamento e lo scarico delle acque stesse. Si ritiene che tale repertorio possa essere una guida per gli interventi di recupero dell’architettura "di base" e di pregio orientati nell'ottica della valorizzazione delle diversità e delle identità, piuttosto che di una incolta omologazione.
Settore ICAR/10 - Architettura Tecnica
set-2013
39th Word Congress on housing- IAHS
Milano
17-20 settembre 2013
XXXIX
2013
8
Campisi, T., Fatta, G. (2013). Rainwater draining in historical buildings: local specificities and techniques. In 39tth IAHS. Changing needs, adaptive buildings, smart cities (pp.93-100). Milano : PoliScript.
Proceedings (atti dei congressi)
Campisi, T; Fatta, G
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