Il turismo, inteso come viaggio di conoscenza e come svago, esiste da sempre, almeno da quando l’uomo ha manifestato l’esigenza di scoprire quello che gli stava intorno, di allargare quindi la propria sfera di conoscenza e di influenza nel territorio circostante. Con il suo aprirsi “a tutti” e con l’introduzione dell’aspetto simbolico dello status sociale, il turismo ha assunto una connotazione sempre più di“moda”, avviandosi in una direzione gestita da logiche industriali di “massa”2. Logiche economiche centrate sulla ricerca del massimo profitto, come unico parametro valido per la misura della performance aziendale che mostrano oggi, quanto mai prima, i loro difetti e le loro profonde contraddizioni, soprattutto nel confronto con le logiche dello sviluppo sostenibile. Uno sviluppo che per essere realmente sostenibile deve farsi promotore della conservazione e della valorizzazione della tipicità e della diversità di un territorio e quindi allargare il campo all’entrata di nuovi valori che negano la sola applicazione della logica del profitto. Una connotazione, quella industrialista, che col passare del tempo è arrivata a sostituire gli originari scopi del viaggiatore, facendo assumere al termine turista, una palese accezione negativa, proprio ad indizio dell’indifferenza ai luoghi e alle culture indotta da quella forma di turismo. Per nostra fortuna la funzione e gli scopi originari del viaggio non saranno cancellati da questa ondata di turismo di massa, ma resteranno relegati per alcuni decenni in una nicchia riservata a pochi specialisti, studiosi e ricercatori. Con il diffondersi di una cultura orientata verso la salvaguardia e la promozione delle risorse locali e, parallelamente, con l’avvento delle tecnologie della comunicazione, in particolar modo della telematica e dell’informatica, quindi nel corso dell’ultimo ventennio, si è timidamente manifestata una nuova inversione di tendenza verso una riappropriazione dello spirito originario del turismo, ossia: conoscenza, descrizione, scambio. Il più delle volte percorrendo strade e modalità anche molto differenti fra loro.

Naselli, F., Ruggieri, G. (2007). Turismo relazionale. In A. Purpura, F. Naselli, G. Ruggieri (a cura di), La componente relazionale nell'analisi sistemica del turismo: ricerca condotta nell'ambito del progetto ESTREL (pp. 23-42). Palermo : Palumbo.

Turismo relazionale

RUGGIERI, Giovanni
2007-01-01

Abstract

Il turismo, inteso come viaggio di conoscenza e come svago, esiste da sempre, almeno da quando l’uomo ha manifestato l’esigenza di scoprire quello che gli stava intorno, di allargare quindi la propria sfera di conoscenza e di influenza nel territorio circostante. Con il suo aprirsi “a tutti” e con l’introduzione dell’aspetto simbolico dello status sociale, il turismo ha assunto una connotazione sempre più di“moda”, avviandosi in una direzione gestita da logiche industriali di “massa”2. Logiche economiche centrate sulla ricerca del massimo profitto, come unico parametro valido per la misura della performance aziendale che mostrano oggi, quanto mai prima, i loro difetti e le loro profonde contraddizioni, soprattutto nel confronto con le logiche dello sviluppo sostenibile. Uno sviluppo che per essere realmente sostenibile deve farsi promotore della conservazione e della valorizzazione della tipicità e della diversità di un territorio e quindi allargare il campo all’entrata di nuovi valori che negano la sola applicazione della logica del profitto. Una connotazione, quella industrialista, che col passare del tempo è arrivata a sostituire gli originari scopi del viaggiatore, facendo assumere al termine turista, una palese accezione negativa, proprio ad indizio dell’indifferenza ai luoghi e alle culture indotta da quella forma di turismo. Per nostra fortuna la funzione e gli scopi originari del viaggio non saranno cancellati da questa ondata di turismo di massa, ma resteranno relegati per alcuni decenni in una nicchia riservata a pochi specialisti, studiosi e ricercatori. Con il diffondersi di una cultura orientata verso la salvaguardia e la promozione delle risorse locali e, parallelamente, con l’avvento delle tecnologie della comunicazione, in particolar modo della telematica e dell’informatica, quindi nel corso dell’ultimo ventennio, si è timidamente manifestata una nuova inversione di tendenza verso una riappropriazione dello spirito originario del turismo, ossia: conoscenza, descrizione, scambio. Il più delle volte percorrendo strade e modalità anche molto differenti fra loro.
2007
Naselli, F., Ruggieri, G. (2007). Turismo relazionale. In A. Purpura, F. Naselli, G. Ruggieri (a cura di), La componente relazionale nell'analisi sistemica del turismo: ricerca condotta nell'ambito del progetto ESTREL (pp. 23-42). Palermo : Palumbo.
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