Il capitolo della Critica della ragion pratica kantiana intitolato “Tavola delle categorie della libertà, in relazione ai concetti del bene e del male”, a cui quest’anno è stato dedicato il convegno di Bonn “Kant und die 'Kategorien der Freiheit', suscita ancora oggi molti interrogativi: la tavola delle categorie della libertà è sufficiente a ricoprire l’intero dominio pratico, anche quello dell’empiricamente condizionato? E se questo è il caso, qual è il significato del genitivo “della libertà”, a quale concetto di libertà kantiano le categorie devono il loro nome? Sono esse concetti del volere autonomo, riferibili esclusivamente al bene e al male in quanto Gut e Böse o anche al Wohl e al Weh? E dato che “i concetti pratici a p r i o r i […] diventano tosto conoscenze” (KpV A 116), in cosa consiste la conoscenza pratica, e qual è il suo rapporto con la coscienza pratica del soggetto, con il Gewissen? Nel panorama attuale della ricerca kantiana tedesca Heiner F. Klemme, Jochen Bojanowski, Dieter Sturma, José M. Torralba, Christian Krijnen, Stephen Zimmermann e Hans F. Fulda tentano una risposta a tali questioni e apportano un importante contributo alla ricerca attuale sulle problematiche kantiane del giudizio pratico e dei significati della libertà e delle funzioni logiche delle categorie.
Nicolaci, G., Alvira, R., Melchiorre, V., Ciancio, C., Vigo, A.G., Gonzáles, A.L., et al. (2012). "Kant und die 'Kategorien der Freiheit'": recenti discussioni in Germania. GIORNALE DI METAFISICA, Giornale di Metafisica, N° 1 (2012), 137-143.
"Kant und die 'Kategorien der Freiheit'": recenti discussioni in Germania
Nicolaci, G;CIANCIO, CLAUDIO;Grimaldi, N;BIUSO, ALBERTO GIOVANNI;Fantasia, F
2012-01-01
Abstract
Il capitolo della Critica della ragion pratica kantiana intitolato “Tavola delle categorie della libertà, in relazione ai concetti del bene e del male”, a cui quest’anno è stato dedicato il convegno di Bonn “Kant und die 'Kategorien der Freiheit', suscita ancora oggi molti interrogativi: la tavola delle categorie della libertà è sufficiente a ricoprire l’intero dominio pratico, anche quello dell’empiricamente condizionato? E se questo è il caso, qual è il significato del genitivo “della libertà”, a quale concetto di libertà kantiano le categorie devono il loro nome? Sono esse concetti del volere autonomo, riferibili esclusivamente al bene e al male in quanto Gut e Böse o anche al Wohl e al Weh? E dato che “i concetti pratici a p r i o r i […] diventano tosto conoscenze” (KpV A 116), in cosa consiste la conoscenza pratica, e qual è il suo rapporto con la coscienza pratica del soggetto, con il Gewissen? Nel panorama attuale della ricerca kantiana tedesca Heiner F. Klemme, Jochen Bojanowski, Dieter Sturma, José M. Torralba, Christian Krijnen, Stephen Zimmermann e Hans F. Fulda tentano una risposta a tali questioni e apportano un importante contributo alla ricerca attuale sulle problematiche kantiane del giudizio pratico e dei significati della libertà e delle funzioni logiche delle categorie.File | Dimensione | Formato | |
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