La ricchezza artistica da «piccola capitale dell’Art Nouveau» della Palermo Liberty è data non solamente dalle emergenze architettoniche più note ma anche dalle realizzazioni di opere “non firmate” (cosiddette minori), dalle arti in genere e dall’artigianato che, intesi nella loro perfetta fusione, contribuiscono a definire il concetto di “opera d’arte in tutto” sul quale si era concentrato il dibattito artistico architettonico internazionale. Affermatasi inizialmente come espressione dell’alta società più evoluta, votata ad una moderna celebrazione dei rituali della vita (con le preziose dimore che riverberavano nuovi modelli comportamentali, come il villino Florio di Basile) e della morte (è nei cimiteri di Sant’Orsola, Santa Maria di Gesù e Santa Maria dei Rotoli che Basile, Armò e La Cavera sperimentano i loro primi compiuti formulari liberty), l’esperienza modernista palermitana repentinamente si diffonde in modo corale, coinvolgendo le maestranze non solamente come forze gregarie ma con ampi margini propositivi e, quindi, in maniera idonea a soddisfare una vasta gamma di richieste, dalle più esclusive a quelle popolari. Le azioni esercitate dagli artisti del Regio Istituto di Belle Arti e del Circolo Artistico (Cortegiani, De Maria Bergler, Di Giovanni, Enea, Geraci, Gregorietti, Lentini, Lojacono, Rutelli, Ugo), dai docenti della Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri (Armò, Basile, Benfratello, Capitò, Caronia Roberti, Lo Bianco), dai componenti della Commissione Edile (Basile, Castiglia, Damiani Almeyda, Giarrusso, Patricolo e altri i cui atti di controllo e, spesso, di orientamento delle elaborazioni progettuali costituiscono un corpus eccezionale di documentazione delle modalità professionali dell’epoca, conservato presso l’Archivio Storico del Comune di Palermo) ai fini di una formulazione colta della fisionomia del Liberty palermitano attestano certamente la natura verticistica di questa particolare filiazione siciliana del movimento modernista internazionale; ma è indubbio che, almeno nella fase iniziale (che coincide ancora con un inedito dinamismo della società cittadina), la capacità e la volontà dei principali protagonisti di perseguire un ideale estetico fondato sulla sublimazione della dimensione quotidiana e sulla normalità assicurò al fenomeno una presa irresistibile quanto durevole.

SESSA, E. (2008). Itinerario III. Una piccola capitale dell’Art Nouveau. In S.E. Quartarone C (a cura di), Arte e Architettura liberty in Sicilia (pp. 1-38). Palermo : Grafill.

Itinerario III. Una piccola capitale dell’Art Nouveau

SESSA, Ettore
2008-01-01

Abstract

La ricchezza artistica da «piccola capitale dell’Art Nouveau» della Palermo Liberty è data non solamente dalle emergenze architettoniche più note ma anche dalle realizzazioni di opere “non firmate” (cosiddette minori), dalle arti in genere e dall’artigianato che, intesi nella loro perfetta fusione, contribuiscono a definire il concetto di “opera d’arte in tutto” sul quale si era concentrato il dibattito artistico architettonico internazionale. Affermatasi inizialmente come espressione dell’alta società più evoluta, votata ad una moderna celebrazione dei rituali della vita (con le preziose dimore che riverberavano nuovi modelli comportamentali, come il villino Florio di Basile) e della morte (è nei cimiteri di Sant’Orsola, Santa Maria di Gesù e Santa Maria dei Rotoli che Basile, Armò e La Cavera sperimentano i loro primi compiuti formulari liberty), l’esperienza modernista palermitana repentinamente si diffonde in modo corale, coinvolgendo le maestranze non solamente come forze gregarie ma con ampi margini propositivi e, quindi, in maniera idonea a soddisfare una vasta gamma di richieste, dalle più esclusive a quelle popolari. Le azioni esercitate dagli artisti del Regio Istituto di Belle Arti e del Circolo Artistico (Cortegiani, De Maria Bergler, Di Giovanni, Enea, Geraci, Gregorietti, Lentini, Lojacono, Rutelli, Ugo), dai docenti della Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri (Armò, Basile, Benfratello, Capitò, Caronia Roberti, Lo Bianco), dai componenti della Commissione Edile (Basile, Castiglia, Damiani Almeyda, Giarrusso, Patricolo e altri i cui atti di controllo e, spesso, di orientamento delle elaborazioni progettuali costituiscono un corpus eccezionale di documentazione delle modalità professionali dell’epoca, conservato presso l’Archivio Storico del Comune di Palermo) ai fini di una formulazione colta della fisionomia del Liberty palermitano attestano certamente la natura verticistica di questa particolare filiazione siciliana del movimento modernista internazionale; ma è indubbio che, almeno nella fase iniziale (che coincide ancora con un inedito dinamismo della società cittadina), la capacità e la volontà dei principali protagonisti di perseguire un ideale estetico fondato sulla sublimazione della dimensione quotidiana e sulla normalità assicurò al fenomeno una presa irresistibile quanto durevole.
2008
SESSA, E. (2008). Itinerario III. Una piccola capitale dell’Art Nouveau. In S.E. Quartarone C (a cura di), Arte e Architettura liberty in Sicilia (pp. 1-38). Palermo : Grafill.
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