L’Archivio Ducrot è stato acquisito dalla Dotazione Basile della Facoltà di Architettura di Palermo nel 1971. Il fondo comprende: la Raccolta Fotografica della produzione e degli stabilimenti (per un totale di circa 6.000 stampe fotografiche e poco più di un migliaio di lastre fotografiche); la Raccolta Progetti; la Raccolta Cataloghi; la Biblioteca. Il Fondo Ducrot conserva la più cospicua raccolta documentaria (1899-1970) della storica fabbrica di mobili e arredi. Con la produzione del periodo modernista la ditta Ducrot si impone anche sul mercato internazionale sia con la produzione di mobili sia con la realizzazione di arredi completi e decorazioni di interni in alcune delle principali città italiane e poi anche in Nord Africa e ad Istanbul, operando principalmente nel settore dei grandi alberghi, delle sedi istituzionali, di prestigiose residenze, di esclusivi locali pubblici e di importanti uffici. Ernesto Basile avrà parte attiva nella creazione di un vero e proprio Ufficio Tecnico nel quale, tra gli altri, gli succederanno i novecentisti Giuseppe Capitò e Giuseppe Spatrisano e il futurista Vittorio Corona. Vi presteranno la propria collaborazione anche Duilio Cambellotti, Galileo Chini e Mario Mataloni. A Gustavo Pulitzer-Finali si deve, nel 1931 (a partire dalla collaborazione per gli arredi della motonave Victoria), il definitivo ritorno del mobilificio alla modernità (anche per gran parte della la produzione corrente) dopo poco più di un decennio di indiscusso primato, ma nel settore degli arredi neo eclettici e neo storicisti per sedi istituzionali e per transatlantici (fra questi ultimi ricordiamo le navi Augustus, Ausonia, Giulio Cesare, Conte di Savoia, Duilio, Esperia, Rex, Roma). Analogamente negli anni Cinquanta (oramai con direzione amministrativa a Genova e officine e ufficio tecnico sempre a Palermo), il contributo di giovani progettisti formatisi nella nuova Facoltà di Architettura di Palermo e, soprattutto, le collaborazioni di Amedeo Luccichenti (che mette in contatto la Ducrot con A. Burri, G. Capogrossi e M. Mafai) e di Mario Marchi, Vincenzo Monaco, Riccardo Morandi e Andrea Zavittieri (a partire dalla progettazione degli interni del transatlantico Leonardo da Vinci, 1957-59), assicurano stabilmente al mobilificio l’appartenenza alla cultura dell’arredo moderno italiano del periodo del “miracolo economico”.
SESSA, E. (2012). L'Archivio Ducrot della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo. AAA ITALIA, 11(11), 11-13.
L'Archivio Ducrot della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo
SESSA, Ettore
2012-01-01
Abstract
L’Archivio Ducrot è stato acquisito dalla Dotazione Basile della Facoltà di Architettura di Palermo nel 1971. Il fondo comprende: la Raccolta Fotografica della produzione e degli stabilimenti (per un totale di circa 6.000 stampe fotografiche e poco più di un migliaio di lastre fotografiche); la Raccolta Progetti; la Raccolta Cataloghi; la Biblioteca. Il Fondo Ducrot conserva la più cospicua raccolta documentaria (1899-1970) della storica fabbrica di mobili e arredi. Con la produzione del periodo modernista la ditta Ducrot si impone anche sul mercato internazionale sia con la produzione di mobili sia con la realizzazione di arredi completi e decorazioni di interni in alcune delle principali città italiane e poi anche in Nord Africa e ad Istanbul, operando principalmente nel settore dei grandi alberghi, delle sedi istituzionali, di prestigiose residenze, di esclusivi locali pubblici e di importanti uffici. Ernesto Basile avrà parte attiva nella creazione di un vero e proprio Ufficio Tecnico nel quale, tra gli altri, gli succederanno i novecentisti Giuseppe Capitò e Giuseppe Spatrisano e il futurista Vittorio Corona. Vi presteranno la propria collaborazione anche Duilio Cambellotti, Galileo Chini e Mario Mataloni. A Gustavo Pulitzer-Finali si deve, nel 1931 (a partire dalla collaborazione per gli arredi della motonave Victoria), il definitivo ritorno del mobilificio alla modernità (anche per gran parte della la produzione corrente) dopo poco più di un decennio di indiscusso primato, ma nel settore degli arredi neo eclettici e neo storicisti per sedi istituzionali e per transatlantici (fra questi ultimi ricordiamo le navi Augustus, Ausonia, Giulio Cesare, Conte di Savoia, Duilio, Esperia, Rex, Roma). Analogamente negli anni Cinquanta (oramai con direzione amministrativa a Genova e officine e ufficio tecnico sempre a Palermo), il contributo di giovani progettisti formatisi nella nuova Facoltà di Architettura di Palermo e, soprattutto, le collaborazioni di Amedeo Luccichenti (che mette in contatto la Ducrot con A. Burri, G. Capogrossi e M. Mafai) e di Mario Marchi, Vincenzo Monaco, Riccardo Morandi e Andrea Zavittieri (a partire dalla progettazione degli interni del transatlantico Leonardo da Vinci, 1957-59), assicurano stabilmente al mobilificio l’appartenenza alla cultura dell’arredo moderno italiano del periodo del “miracolo economico”.File | Dimensione | Formato | |
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