Sullo sfondo di un'interpretazione della critica al relativismo e allo scetticismo sofistico nel Teeteto che individua come suo esito la delineazione di un'epistemologia del dialeghesthai elenchico incentrata su una concezione fallibilista della verità come homologhia, il saggio cerca di mostrare come in questo dialogo platonico emerga il modello di un rapporto mente-mondo mediato concettualmente e razionalmente, diverso sia dal modello sofistico di conoscenza come passiva aisthesis, sia da quello di una pura conoscenza non contaminata dalla percezione che Platone sembrava voler sostenere con la Teoria dei due mondi. Una tale ipotesi di lettura è centrata sull'identificazione del nucleo più innovativo del dialogo nella concezione dell'atto cognitivo, sia esso esercitato o no su materiali della sensazione, come attività di giudizio e in definitiva come attività del "dare e chiedere ragioni (logon dounai kai dexasthai)", all'interno della quale può svolgere un ruolo importante il vincolo che impegna l'animale razionale al "ragionamento relativo alla causa (aitias loghismos)". Avvalendosi della chiave interpretativa fornitaci da alcune significative acquisizioni del dibattito contemporaneo post-Gettier sulla natura e le condizioni della giustificazione epistemica il saggio intende fare emergere la soluzione "platonica" al noto problema di Gettier, che è al centro di alcune recenti prospettive gnoseologiche che si collegano al "problema del Teeteto".
Di Lorenzo, F. (2011). Giustificazione epistemica e responsabilità cognitiva nel Teeteto. In F.M.e.I.T. L. Cortella (a cura di), La socialità della ragione. Scritti in onore di L. Ruggiu (pp. 75-87). Milano-Udine : Mimesis.
Giustificazione epistemica e responsabilità cognitiva nel Teeteto
DI LORENZO, Francesca Paola
2011-01-01
Abstract
Sullo sfondo di un'interpretazione della critica al relativismo e allo scetticismo sofistico nel Teeteto che individua come suo esito la delineazione di un'epistemologia del dialeghesthai elenchico incentrata su una concezione fallibilista della verità come homologhia, il saggio cerca di mostrare come in questo dialogo platonico emerga il modello di un rapporto mente-mondo mediato concettualmente e razionalmente, diverso sia dal modello sofistico di conoscenza come passiva aisthesis, sia da quello di una pura conoscenza non contaminata dalla percezione che Platone sembrava voler sostenere con la Teoria dei due mondi. Una tale ipotesi di lettura è centrata sull'identificazione del nucleo più innovativo del dialogo nella concezione dell'atto cognitivo, sia esso esercitato o no su materiali della sensazione, come attività di giudizio e in definitiva come attività del "dare e chiedere ragioni (logon dounai kai dexasthai)", all'interno della quale può svolgere un ruolo importante il vincolo che impegna l'animale razionale al "ragionamento relativo alla causa (aitias loghismos)". Avvalendosi della chiave interpretativa fornitaci da alcune significative acquisizioni del dibattito contemporaneo post-Gettier sulla natura e le condizioni della giustificazione epistemica il saggio intende fare emergere la soluzione "platonica" al noto problema di Gettier, che è al centro di alcune recenti prospettive gnoseologiche che si collegano al "problema del Teeteto".File | Dimensione | Formato | |
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