La via del Bosco, l’antica ruga Magna dell’Albergheria, ha rappresentato per secoli, dal medioevo sino alla fine del Cinquecento, il centro nevralgico dell’intero quartiere e non molto sarebbe cambiato anche dopo il tracciamento della strada Nova o Maqueda, il monumentale rettifilo aperto per sventramento nell’anno 1600 nel tessuto denso e compatto della città di Palermo. La configurazione della strada cinquecentesca, caratterizzata da non molti edifici di grande estensione e altezza, era diversa rispetto a quella che avrebbe acquisito nel Settecento e che avrebbe mantenuto, nonostante il degrado e la decadenza, sino ai giorni nostri. Non era ancora il tempo dei grandi palazzi nobiliari, anche se sorgevano già residenze dai caratteri monumentali, espressione di una sofisticata cultura umanistica e destinate ad ospitare alcune tra le più importanti famiglie del mondo della mercatura e della oligarchia amministrativa cittadina, quelle stesse che presto, nella trasformazione della società siciliana, avrebbero finito con l’affollare le schiere dell’aristocrazia palermitana.
Vesco, M. (2011). Dalla Ruga Magna alla Strada Maqueda. Note sull’abitare a Palermo nella prima età moderna. In Palazzo Comitini. Da dimora aristocratica a sede istituzionale (pp. 136-159). Palermo : Provincia Regionale di Palermo.
Dalla Ruga Magna alla Strada Maqueda. Note sull’abitare a Palermo nella prima età moderna
VESCO, Maurizio
2011-01-01
Abstract
La via del Bosco, l’antica ruga Magna dell’Albergheria, ha rappresentato per secoli, dal medioevo sino alla fine del Cinquecento, il centro nevralgico dell’intero quartiere e non molto sarebbe cambiato anche dopo il tracciamento della strada Nova o Maqueda, il monumentale rettifilo aperto per sventramento nell’anno 1600 nel tessuto denso e compatto della città di Palermo. La configurazione della strada cinquecentesca, caratterizzata da non molti edifici di grande estensione e altezza, era diversa rispetto a quella che avrebbe acquisito nel Settecento e che avrebbe mantenuto, nonostante il degrado e la decadenza, sino ai giorni nostri. Non era ancora il tempo dei grandi palazzi nobiliari, anche se sorgevano già residenze dai caratteri monumentali, espressione di una sofisticata cultura umanistica e destinate ad ospitare alcune tra le più importanti famiglie del mondo della mercatura e della oligarchia amministrativa cittadina, quelle stesse che presto, nella trasformazione della società siciliana, avrebbero finito con l’affollare le schiere dell’aristocrazia palermitana.File | Dimensione | Formato | |
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